Salvatore Savino*
Novembre rappresenta da sempre il mese dell’autunno, delle foglie che cadono dagli alberi come abbandonassero la vita, il mese del ricordo delle persone care ormai lontane, un mese insomma che farebbe tendere alla tristezza, alla nostalgia. Qualcuno vorrebbe che a questo clima di tristezza, di cupi orizzonti e abbandonate speranze , si iscrivessero anche i tifosi del Napoli.
Il pareggio contro il Verona, peraltro in grandissima condizione tecnica e fisica, sembra aver dato voce a tutti i cantori della disfatta, agli eroi del lamento, agli appassionati del ” va bene, anche quest’anno vinceremo l’ anno prossimo ” . Come spuntati dal buio del fitto bosco in cui erano nascosti, questi menestrelli della tristezza hanno accordato i loro strumenti ormai impolverati dal mancato utilizzo e hanno cominciato i loro inni alla disfatta. I brani ormai li conosciamo tutti, i ritornelli pure: al Napoli manca un terzino sinistro, il Napoli non segna come prima, persino il tecnico Spalletti adesso non sa fare o cambi e se li fa, li fa troppo tardi ( mi risuonano in mente le critiche che sempre costoro facevano a Sarri quando dicevano che i suoi cambi si conoscevano prima e persino il minuto in cui sarebbero avvenuti ). Inutile aggiungere a questa compilation i cavalli di battaglia, ormai degni di un talent musicale di livello, quelli sul Presidente, sul rinnovo di Insigne, sul mercato di gennaio, e, brano inedito, sulle critiche alle magliette.
Per non avere dei giudizi preconcetti, ho voluto ascoltare tutti, e verificare la realtà delle cose: i dati mi dicono, sempre se ho saputo guardare attentamente, che il Napoli è , in campionato, primo, con dieci vittorie, due pareggi, zero sconfitte, ventiquattro reti segnate e quattro subite. (Dopo il Napoli la miglior difesa d’ quella del Milan che ne ha presi undici, quasi il triplo ).
Nel girone di Europa League, primo, con la possibilità di andare direttamente agli ottavi, saltando un difficile turno con le ripescate dalla Champions.
Non mi sembra una squadra cui vanno intonati canti da de profundis. Sappiamo del resto molto bene che sarebbe bastato qualche centimetro di differenza rispetto ai legni di Osimhen o di Mertens, e adesso si starebbe tutti ad elogiare il carattere della squadra che sa rimontare, la gestione serena del gruppo da parte dell’allenatore, e via discorrendo.
Dopo questa ennesima parentesi per le Nazionali, il Napoli si dovrà misurare, in trasferta, con i Campioni d’Italia dell’Inter, probabilmente alla loro ultima chance di riavvicinarsi alla testa della classifica. Sarà una partita dura, difficile, bisognerà vedere come rientreranno i calciatori dai loro vari impegni in giro per il mondo, e come sul campo saremo capaci di affrontare gli avversari, sperando di non dover combattere anche con fattori esterni. Questo a parer mio deve essere l’interesse primario dai tifosi, questo deve catalizzare la nostra attenzione. Personalmente, se un calciatore rinnovi o meno, non è un mio problema: è una normale trattativa tra una società ed un professionista , in cui ciascuno fa la sua parte e cura i suoi interessi. Io, da tifoso, vedo i miei interessi riflessi in quelli della maglia, della squadra. Del resto, ho visto passare ed andare via calciatori di caratura mondiale, con grande rispetto per quelli che oggi vestono la maglia azzurra, per cui non potrei certo disperarmi se qualcuno, giustamente, dovesse ritenere di poter ambire a qualcosa di meglio, economicamente o tecnicamente parlando. Oggi io vorrei pensare solo al traguardo che , finalmente, vediamo raggiungibile. Non facciamo in modo che i nostri sogni di tifosi vengano spenti da chi non vuole che si realizzino, continuiamo a crederci, a stare uniti per provarci. L’ autunno ingiallisce le foglie, ma serve agli alberi per rinforzarsi ed attendere le gemme della primavera. Nella splendida canzone del maestro De Crescenzo, una strofa recita: ” erano verde, erano verde ‘e fronne, e mo’ so’ comme suonne perdute…”
Noi questo sogno non lo abbiamo perduto ancora, anzi, lo stiamo coltivando, lo stiamo vivendo, e dobbiamo continuare a farlo. Non pensiamo ai rinnovi, alle magliette, al marketing, alle tabelle di macroeconomia , pensiamo a lottare per cercare di vincere. Intoniamo i cori per incitare i nostri giocatori, ora che il tifo organizzato sta tornando sugli spalti, facciamo che il nostro stadio, oggi ancor di più, per il nome che porta, che da solo dovrebbe incutere timore e generare rispetto, torni ad essere la rocca inespugnabile da cui spiccare il volo verso la vittoria.
Forza Napoli sempre.
Fuori dal calcio, vorrei per un attimo ricordare , nel giorno dell’anniversario, i caduti di Nassirya, esempio di chi ha dato la vita per tutelare la pace e le persone indifese.
*Scrittore, tifoso del Napoli