Verso Roma-Cska Sofia. Mourinho: “Conference? Proveremo a vincerla, ma è più importante il campionato”

Nelle foto: José Mourinho (Foto Gino Mancini)

Domani l’esordio della Roma nella nuova Conference League all’Olimpico contro il Cska Sofia. Mourinho ci tiene a mantenere alta l’attenzione. “Abbiamo fatto cinque vittoria, mica 50, non c’è ragione per essere ultra-ottimisti e positivi, fuori di testa. I risultati positivi aiutano nel processo di sviluppare la squadra. I tifosi sono felici, penso, però anche loro devono essere equilibrati come noi. Equilibrati nel senso di capire che stiamo lavorando solo da due mesi. La rivoluzione si sente a tutti i livelli, ma tranquilli. Il fatto che lo stadio sia sempre al massimo possibile di tifosi è bello, e magari può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda della gente, non solo la nostra, ma tutti i tifosi aspettano la normalità e la normalità è esaurire lo stadio. Mantenere l’ambizione, questa voglia di lavorare, di stare uniti, è una caratteristica che vogliamo mantenere. Dico sempre ai giocatori che tutto quello che è meno di 100% non è nulla, dobbiamo avere queste caratteristiche sempre. Col Sassuolo poteva finire 2-1 per loro e anche in questo caso la nostra voglia non è negoziabile. È una caratteristica che vogliamo avere sempre. Mi chiederete se farò dei cambi, ovviamente sì, non giocherò con gli stessi di domenica. Qualche cambio si farà, però l’importante è mantenere una struttura, è importante per noi un risultato positivo. In questa competizione vogliamo fare qualcosa passo passo e qualificarci vincendo il girone”.

Ma sulla formazione qualcosa la tiene per sè. “Zaniolo? I calciatori ancora non sanno chi giocherà. Se Carles o Nico lo sapessero non sarebbe un problema dirvelo, ma loro non lo sanno. Bisogna trovare un equilibrio per non sentire nessuna pressione. Zaniolo sta bene, l’infortunio è passato, le sensazioni negative sono nel passato. L’altro giorno era stanco, capisco che quando i giocatori vanno in nazionale, se non giocano… non ho mai allenato la nazionale, ma so che non ci si allena molto. Se un giocatore va e non gioca, di solito torna con meno capacità del normale e delle condizioni fisiche. È successo anche con altri. Ha giocato 70 minuti, se ha recuperato sta in condizione di giocare e non voglio stare a parlare ogni volta delle sue condizioni. È al 100%, l’infortunio è passato e anche dal punto di vista psicologico è importante dimenticarlo. Guardiamo al futuro. Cambio dei centrali? Se gioca Kumbulla e non gioca Mancini mi chiedi se c’è qualche problema di Mancini, se non gioca Smalling mi dici che sono una parola che non posso dire, che ho un problema con Smalling che viene da Manchester, se non gioca Ibanez mi dici… è così. Sono quattro, il numero giusto, se cambio sempre, qualcuno penserà che serve far giocare gli stessi due. Quello che posso dire è che sono contento del gruppo dei centrali, hanno caratteristiche ed età diverse, punti forti diversi e punti meno forti diversi. Sono contento di loro quattro. Se mi chiedi domani se cambio entrambi, dico di no. So che Viña ha bisogno di riposo per cui gioca Calafiori”.

Per Mou conta la compattezza del gruppo. “I giocatori sono intelligenti, capiscono le cose. Guardano il modo in cui parliamo, in cui guardiamo, in cui facciamo commenti. Stephan capisce perfettamente che è un giocatore molto importante, è un titolare. I titolari non sono solo 11, iniziare o stare in panchina cambia. Non ho mai avuto una squadra in cui la squadra che ha iniziato è quella che ha finito. Una stagione non è un’autostrada, c’è una strada tortuosa. È difficile che un giocatore inizi e finisca la stagione. I giocatori devono capire che senza di loro siamo morti. Stephan è intelligente, sa di essere importante, sa che mi piacciono tanto le sue caratteristiche e capisce che doveva percorrere un percorso nella direzione della sua migliore forma. Il suo talento era lì, ma la forma e l’intensità le ha perse tra Cina e infortuni. Lui sta in crescita, è un giocatore con tanta esperienza ma è in crescita. Prima della partita contro il Sassuolo abbiamo parlato e gli ho detto che avrebbe giocato titolare contro il CSKA. È un titolare. I giocatori sono più responsabili di me per uno spogliatoio unito, sanno che devono rispettare le decisioni dell’allenatore. Sento la mia missione come leader molto facile perché il gruppo è un bel gruppo”.

E quando si parla di obiettivi, il tecnico è decisamente chiaro. “Vincere per primo tutte le competizioni? Come assistente ho vinto una coppa che non esiste più, la Coppa delle Coppe, a Barcellona nel 1997. Non ci ho pensato. Ho pensato che mi piacerebbe vincere, posso dire che in questo momento siamo lontanissimi da vincere questa competizione. Cercheremo di farlo. È ancora la prima partita, ne mancano tante. Non voglio essere bugiardo e dire che non mi interessa: mi interessa. Il primo passo è vincere il girone, siamo tutti lì. Nessun giocatore rimarrà a casa, nessuno farà vacanza, nessuno riposerà senza essere convocato. È un progetto collettivo, se qualcuno di quelli che ha giocato l’ultima partita va in panchina è così. Devono aiutare tutti e come squadra dobbiamo vincere domani. Se questa squadra è più adatta alle coppe non lo so, però il campionato è molto importante per noi, è molto più importante della Conference League. Voglio la squadra che abbia la mentalità che la prossima partita è la più importante. Se un giorno arriva la Coppa Italia, la partita di Coppa Italia diventa quella più importante. Anche in Inghilterra con 4 competizioni abbiamo fatto così. Così mi piace pensare e così noi faremo. Voglio che la squadra stia preparata per giocare, abbiamo qualche limitazione a livello di rosa, dobbiamo fare qualche tipo di scelta. Domani non gioca Vina, gioca Calafiori. È normale che debba fare questo tipo di cambio. L’obiettivo è non pensare al campionato. Non siamo una squadra perfetta, c’è ancora molto da lavorare, abbiamo commesso errori sui quali dobbiamo lavorare quotidianamente, siamo una squadra umile e consapevole dei problemi. Domani non è una gara con le stesse pressioni di quella contro il Trabzonspor, ci sono 6 gare nel girone e si possono perdere punti, il nostro obiettivo è qualificarci rapidamente e da primi. Affrontiamo una squadra contro cui la Roma ha vinto e perso, una squadra buona”.

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