La Roma non decolla: solo pari a Verona

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Massimo Ciccognani

VERONA Sotto gli occhi dei nuovi proprietari, Dan e Ryan Friedkin, la Roma non va oltre un deludente pari al Bentegodi contro un Verona che se l’è giocata alla pari, senza demeritare. Finisce 0-0 e se per il Verona è un unto d’oro, per la Roma un’occasione sprecata. Ritmo lento, manovra troppo prevedibile. La prima senza Dzeko e si vede perché stasera ai giallorossi è mancato il terminale offensivo. Una buona, volenterosa Roma nella prima frazione, calata alla distanza. Alla fine l’Hellas, gonfia il petto d’orgoglio. Col poco materiale a disposizione, Juric ha messo alle corde la Roma e può andare a dormire tranquillo.

Dan e Ryan Friedkin e Watts in tribuna (Foto Gino Mancini)

Juric deve fare i conti con una squadra in costruzione, ma il problema è analogo per Fonseca, che aspetta impaziente l’arrivo dei rinforzi. Verona (in panchina Matteo Paro per la squalifica di Juric) con il 3-4-2-1, speculare con quello giallorosso. Benassi è out, Cetin, Tameze dal primo minuto. Di Carmine vince il ballottaggio con Stepinski. Sorprende invece Fonseca, ma qualcosa si era intuito. Dzeko, in attesa della Juve, va in panchina e la sorpresa è l’impiego di Pedro con Pellegrini alle spalle di Mkhitaryan falso nueve. Tra i pali c’è Mirante ed è bocciatura per Pau Lopez.

La temperatura è gradevole eppure i ritmi sono bassi per tutta la prima frazione. La Roma fa la partita, ma il Verona, incompletezza della rosa a parre, è sempre difficile da affrontare. Juric si accomoda in tribuna stampa e dirige le operazioni. Urla impossibili da non percepire in campo, quasi a voler dare forza ai propri uomini. Roma che fa pa partita ma non sfonda, con gli scaligere che erigono un muro davanti a Silvestri e trovare la giocata non è facile. Il Verona gioca di rimessa, pressa alto per togliere fiato ai giallorossi. La Roma prende in mano il centrocampo, con Veretout e Diawara onnipresenti. Veloso dalla parre opposta prova ad ispirare i veronesi. La Roma sfonda con più facilità a sinistra grazie ad un imperioso Spinazzola, mentre dalla parte opposta Karsdorp si perde troppo spesso l’uomo. Il Verona perde quasi subito Empedur, al suo posto Lovato, ma cambia nulla nel tema tattico. La prima occasione è giallorossa con una conclusione di Karsdorp che corregge l’angolodi Pellegrini. Di Marco salva a porta sguarnita. Spinazzola sfonda con facilità sulla sua fascia ma la Roma non graffia davanti a Silvestri. Mkhitaryan manda fuori da due passi dopo un assist al bacio dell’ex Juve, poi è Pedro a mandare fuori di un nulla da due passi dopo l’ennesima incursione di Spinazzola, il migliore in campo. In mezzo l’occasione del Verona con Tupta che calcia di piatto centrale tra le braccia di Mirante. Meglio la manovra della Roma, ma la palla gira troppo lentamente, di facile lettura per i veronesi che si difendono bene e ripartono sempre di slancio. Ma la vera occasione arriva in pieno recupero quando Tameze colpisce la traversa con la deviazione provvidenziale di Mirante. 

Juris continua a dettare i tempi al Verona che riparte di slancio nella ripresa. Aggressivi fin dalla prima palla, giallorossi in difficoltà nella prima uscita con Faraoni che si dispera dopo aver superato tuttala difesa romanista, Mirante comreso, ma non trova l’angolo con palla che attraversa tutto lo specchio della porta, Più incisivo e aggressivo il Verona con la Roma che non riesce ad uscire. Diawara si abbassa a fare da cerniera davanti alla difesa, mentre il Verona continua a spingere.  La Roma si affida a Spinazzola che semina il panico sulla sua fascia, appoggia a Mkhitaryan che cicca il pallone. Ma il Verona prende coraggio e Di Carmine sfiora il vantaggio con uno stacco di testa di poco alto sopra la traversa. Roma stanca e Fonseca inserisce Santon al posto di Karsdorp. Pellegrini prova a piazzarla ma Silvestri c’è. Squadre stanche con la Roma che prova a prendere campo quando alla fine ne mancano quindici più recupero. Dentro anche Kluivert per Pellegrini perché il cronometro scorre e Fonseca vorrebbe sboccarla. E’ un finale da brividi perché Di Marco colpisce la traversa dalla distanza e dalla parte opposta Spinazzola vede il suo destro spegnersi sul montante a Silvestri battuto. Juric continua ad urlare, litiga anche con un giornalista in tribuna e sogna il colpaccio. Quattro alla fine, veronesi che sembrano indiavolati come il loro tecnico. Dentro Villar, fuori Diawara. Tre di recupero, ma cambia nulla. Finisce come era iniziata. Un pari d’oro per i padroni di casa. La Roma ci si aspettava di più. Ha fatto bene nel primo tempo dove ha sfiorato in un paio di occasioni il gol, per calare alla distanza. Fonseca deve ancora lavorare molto, ma soprattutto ritrovare un vero centravanti. L’assenza di Dzeko, malinconico in panchina, si è sentita. A Milik il compito di non farlo rimpiangere.

Edin Dzeko (Foto Gino Mancini)
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