È scoppiato il caos. I club e i calciatori di Serie A sono in rivolta contro il protocollo della Federcalcio, che recepiva le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, relativamente alla ripresa degli allenamenti di squadra. Nessuno vuole andare in ritiro, per due settimane, a partire da lunedì. Due riunioni piuttosto accese – una dell’Associazione Italiana Calciatori, e soprattutto quello della Lega Calcio – hanno di fatto avuto lo stesso esito. Un terremoto, sportivamente parlando. Tanto che per le prossime ore, con inizio alle 12, è stato organizzato un vertice d’urgenza fra la Federcalcio, che aveva appena istituito un pool della Procura per verificare il rispetto dei protocolli da parte dei club, e la Lega. Da una parte ci saranno il presidente Gravina – che ci aveva messo la faccia davanti al Governo – e il segretario generale Brunelli, dall’altra il presidente Dal Pino, l’amministratore delegato De Siervo e il rappresentante dei medici Nanni, ma anche Casasco che, oltre ad essere un consigliere di Lega, è anche il presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana. Ci sarà da discutere e si discuterà. In particolare su due fronti: quelli della quarantena di gruppo in caso di calciatore positivo e della responsabilità dei medici sportivi. In sostanza, le due principali richieste fatte dal Governo e recepite dalla Federcalcio. Inoltre molti club si lamentano per problemi logistici relativi a strutture non adatte ad ospitare ritiri così blindati. Obiettivo della riunione: tentare, in qualche modo, di far partire un confronto – sempre sul protocollo – con i ministri di Salute e Sport, Speranza e Spadafora, e con il Comitato Tecnico Scientifico. La verità è che si rischia il muro contro muro. Se non si troverà una soluzione entro lunedì, e se la situazione nel frattempo non sarà precipitata, proprio lunedì gli allenamenti continueranno ad essere individuali e non di gruppo. E dire che la Lega, non troppe ore fa, aveva votato il 13 giugno come possibile data di ripresa della serie A… Nella rivolta contro i ritiri, l’Inter è stata la società capofila, molte altre si sono accodate. I calciatori, intanto, hanno fatto sapere di essere disponibili alla ripartenza, ma solo davanti ad alcune certezze: la data certa in cui riprenderà il campionato e un protocollo definitivo valido anche per le partite. La volontà è quella di andare in ritiro solo due settimane prima della ripartenza della serie A, e non da lunedì prossimo a oltranza. Si fa sempre più urgente, a questo punto, l’incontro di Gravina e Dal Pino con il presidente del Consiglio Conte.