Nations League. L’Italia non graffia e il Portogallo fa festa a San Siro: lusitani alla final four

Massimo Ciccognani

MILANO Serviva vincere e pure con due gol di scarto per continuare a sperare nel primato nel gruppo di Nations League. A Sam Siro tra Italia e Portogallo finisce invece 0-0 con i lusitani che accedono alla final four e con l’Italia che chiude seconda ma con segnali di crescita importanti che serviranno nei prossimi mesi per accedere alla fase finale di Euro 2020. A San Siro finisce 0-0, per i sorrisi portoghesi, ma anche per quelli italiani. Gli azzurri dominano per un’ora e passa l’avversario con il solo torto di non riuscire a fare gol. Elemento non da poco. Mancini conferma le indiscrezioni delle ore della vigilia, confermando per dieci/undicesimi l’Italia delle ultime due uscite con il solo innesto in prima linea di Immobile al posto dell’infortunato Bernardeschi, con il laziale sostenuto da Chiesa e Insigne. Alle loro spalle Jorginho, Verratti e Barella, nei quattro dietro Florenzi e Biraghi esterni, Bonucci e Chiellini (cebto partite in azzurro) centrali davanti a Donnarumma. Anche Santos dipinge il Portogallo con il 4-3-3. Non c’è ancora Cristiano Ronaldo che ha chiesto, ed ottenuto, di non essere convocato in questa fase. Davanti Bernardo Silva, Bruma e l’ex milanista André Silva. In mezzo Ruben Neves, William Carvalho, Pizzi, mentre davanti a Rui Patricio operano Cancelo, Fonte, Ruben Dias e Mario Rui. Serata fredda a San Siro, scaldata però dal pubblico di Milano che come gli azzurri vuole dimenticare l’amara notte di un anno fa quando la Svezia ci chiuse le porte in faccia al mondiale di Russia. Altra storia, perché questa è un’altra Italia, gioca, disegna trame efficaci e pregevoli, schiaccia il Portogallo nella propria metà campo. Italia che i portoghesi non si aspettavano e che prende subito in mano il boccino del gioco. In mezzo la conferma del terzetto scelto da Mancini, con un ritrovato Verratti, decisamente il migliore degli azzurri seguito da un Jorginho irreprensibile che dominano nella rotonda centrale con Barella meno efficace del solito. Davanti Insigne che da che Ancelotti gli ha cambiato posizione nel Napoli, risulta più deciso e decisivo nelle giocate. Sulla sinistra con Verratti spingono con grande decisione mandando in difficoltà Cancelo. Immobile sembra il gemello diverso di quello ammirato nella Lazio. Litiga col pallone, si divora due ghiotte occasioni e non graffia mai come vorrebbe Mancini e lo stesso Chiesa non brilla come sempre. Dietro gli unici brividi sono per i fischi che una parte di San Siro dedica all’ex rossonero Bonucci, ma pericoli zero, con Donnarumma inoperoso. E’ L’Italia a fare la partita, ci provano subito Chiesa e Immobile con Rui Patricio che si esalta, ma sulla conclusione del napoletano, è graziato da Immobile che sbaglia clamorosamente il tap in. Grande inizio degli azzurri, ritmo alto imposto dalla squadra di Mancini che la gioca sempre esclusivamente di prima. Il Portogallo prova ad uscire e quando lo fa qualche pericolo lo crea, così si esalta anche Forenzi andando a chiudere su André Silva lanciato da Cancelo. Possesso Italia, sporadiche ripartenze per il Portogallo. Applausi per gli azzurri che dominano, Verratti innesca al bacio Immobile che a tu per tu con Rui Patrizio finisce per calciare addosso al portiere portoghese. Sale anche Bonucci su azione di calcio d’angolo e per poco non la piazza, palla fuori di poco. L’Italia domina, fa un gran volume di gioco, crea qualche ghiotta occasione ma non la sblocca. San Siro però apprezza e applaude gli azzurri. Che iniziano la ripresa con lo stesso piglio, ma Chiesa, dopo una percussione fantastica di Verratti, si vede chiudere in angolo la conclusione sotto misura. Che bella l’Italia, gioca bene, tiene il campo con autorevolezze, manca solo il gol. Portogallo non pervenuto, che continua a difendersi sperando in qualche controgioco per mettere in difficoltà l’Italia. Insigne prende sempre più consapevolezza nelle proprie possibilità di espressione, diventa l’anima bella di questa nazionale che guida con piglio perentorio verso il successo. Un’ora di gioco e partita ancora inchiodata, con Mancini che chiede ai suoi più pressing alto, ma il ritmo è inevitabilmente calato. Servono forze fresche. Santos richiama Pizzi ed inserisce Joao Mario che vuole essere protagonista nel suo stadio. Si invertono le fasce Chiesa e Insigne, con il napoletano che si sposta a destra e Chiesa dalla parte opposta. Ma a redere difficile la vita agli azzurri è proprio il Portogallo che cambia registro rispetto alla prima frazione di gioco. Baricentro più alto per i portoghesi. Arriva il cambio anche di Mancini, dentro Lasagna fuori Immobile a poco più di quindici dalla fine. Ma il Portogallo adesso è più propositivo e stavolta si merita gli applausi Donnarumma che va a deviare in angolo una conclusione velenosa di William Carvalho sul primo palo. Meglio il Portogallo adesso, con gli azzurri in difficoltà. Altro cambio di Mancini, fuori Verratti che ha speso molto e dentro il romanista Lorenzo Pellegrini a meno di dieci dal fischio. Fuori anche Chiesa e dentro Berardi. Con l’Italia che chiude tornando a chiudere il Portogallo nella propria metà campo, ma non c’è più tempo per graffiare. Finisce 0-0, come un anno fa, ma stavolta per l’Italia il viaggio continua. La strada verso Euro 2020 è lunga, ma è sicuramente quella giusta imboccata dagli azzurri. Un’ora di bel calcio, occasioni create ma non croncretizzate. Ed è sulla carestia in zona gol che dovrà lavorare Roberto Mancini.

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