Massimo Ciccognani
È iniziata questa mattina la nuova avventura da ct della Nazionale Italiana di Gennaro Gattuso, che subentra in corsa all’esonerato Spalletti. L’obiettivo è la corsa alla qualificazione al Mondiale del 2026, dove l’Italia è già costretta a rincorrerla dopo il 3-0 subito in Norvegia. Emozionato il giusto e pronto per la nuova sfida. “E’ un sogno che si avvera e spero di essere all’altezza. So che il compito non è facile, ma di facile nella vita non c’è nulla. Io e il mio staff sappiamo che c’è tanto da lavorare, ma anche la consapevolezza che possiamo far e un buon lavoro. C’è poco da parlare e tanto da lavorare. Io penso che i giocatori ci siano e che bisogna solo metterle nella migliore condizione per farli rendere al massimo. L’obiettivo è riportare l’Italia ai Mondiali perché per il nostro calcio e la nostra nazione è fondamentale”.
Sa già di cosa ha bisogno la sua Nazionale. “Soprattutto di entusiasmo, voglia di stare insieme e uniti. In questi giorni ho ben chiaro cosa bisogna fare. Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo e non pensare in modo negativo. Dobbiamo riuscire a creare una famiglia. In questo momento non sono importanti i moduli e la tattica, ma il gruppo e la mentalità che per tanti anni ci ha contraddistinto nel mondo. Abbiamo giocatori importanti, che sono tra i primi dieci al mondo nel loro ruolo. Abbiamo una squadra forte. Ma non dobbiamo pensare ai singoli. La squadra ha dei valori e sono convinto che si possa raggiungere l’obiettivo. Quando mi hanno chiamato Gravina e Buffon, non ho esitato un istante. C’è tanto da lavorare, ma abbiamo le doti e la qualità per andare ai Mondiali”.
La lingua batte dove il dente duolo e il passaggio sugli stranieri diventa inevitabile. “C’è un dato che deva farci riflettere. Quest’anno hanno giocato il 68% di stranieri nel campionato italiano e il 32% di italiani. A livello giovanile è stato fatto un grandissimo lavoro, ma dopo l’Under 19 i giocatori si perdono un po’ per strada. Dobbiamo dare spazio ai giovani. Indossare la maglia della Nazionale e stare per due volte fuori dal Mondiale non è semplice, ma non dobbiamo avere paura”.
Ma fare il Ct non è la stessa cosa che fare il tecnico di Club. “Il calcio è la mia vita. Sarà un lavoro diverso con una quotidianità differente. Spero di non stressare troppo i colleghi della Serie A e di chi lavora all’estero. Voglio girare, parlare con i giocatori, vedere le partite dei calciatori italiani. Prenderò treni e aerei per fare le scelte migliori”.
Fondamentale l’attaccamento alla Nazionale. E poi, Marcello Lippi…. “Non posso dire quello che mi sono detto con Lippi. Spero di fare quello che ha fatto lui. Non vincere il Mondiale, ma ricreare quell’alchimia che è riuscito a creare nello spogliatoio. Dobbiamo ritrovare lo spirito di appartenenza e vorrei vedere i giocatori arrivare a Coverciano col sorriso”.
Gattuso sa già cosa dirà ai calciatori il primo giorno di ritiro. “Dirò loro che dobbiamo essere una famiglia e dirci le cose in faccia. Nel calcio le difficoltà ci sono sempre. Serve l’aiuto di tutti. Novanta minuti sono interminabili. Bisogna dire anche le cose che a volte qualcuno non vole sentirsi dire. Solo così si può crescere. Nomi nuovi? Vediamo cosa dice il campionato. In questi giorni ho sentito 35 giocatori. Mi han fatto una domanda su Chiesa, ed è tra i giocatori che sono stati fuori e che possono aiutare. Poi deve parlare il rettangolo verde e quando uno fa bene, le porte della Nazionale sono aperte. A Chiesa ho detto che deve trovare una sistemazione per giocare con più continuità”.
Adesso serve reagire e ritrovare la strada verso l’America. “La pressione la mette la maglia azzurra. Stare fuori dal Mondiale è un peso per tutti. Dobbiamo essere bravi a reagire. Dobbiamo mettercela tutta. La gara con la Norvegia l’ho vista. E’ stata una gara difficile. A livello fisico loro andavano molto più forte di noi. Venivamo anche da un momento in cui diversi giocatori azzurri arrivavano da una sconfitta pesante in Champions. La squadra non ha avuto la forza che ha avuto la Norvegia. Spalletti? Mi sono sentito con Luciano e ho una stima incredibile nei suoi confronti. E’ un maestro e mastica calcio da tanti anni. Ogni volta riesce a fare cose nuove e ha una professionalità incredibile. In questo momento devo vedere cosa vogliamo fare e su che strada vogliamo andare. Cambiamenti non se ne possono fare molti perché c’è poco tempo. Dobbiamo capire cosa vogliamo fare nell’arco dei 90′. Di sicuro i giocatori devono andare a mille all’ora. La squadra deve lavorare con serietà e massimo impegno. Mondiali? Non faccio magie, posso solo promettere impegno e passione. Vorrei riuscire a sentire la parola noi e non solo la parola io. Poi sugli aspetti tecnico-tattici starà a noi fare meno danni possibili. Bisogna tirar fuori dai giocatori l’entusiasmo e il senso di appartenenza e penso che ci riusciremo”.