QUALIFICAZIONI MONDIALI

L’Italia riparte, ma che fatica

Solo 2-0 alla Moldova. Commiato amaro per Spalletti fischiato dal Mapei

Nella foto: l'esultanza di Giacomo Raspadori (foto Salvatore Fornelli)

Massimo Ciccognani

REGGIO EMILIA Serviva vincere, e s’è vinto, serviva segnare tanti gol, ma ne sono arrivati solo due in novanta minuti di pochezza azzurra. Con la Moldova al Mapei finisce solo 2-0 per effetto delle reti di Raspadori e Cambiaso, ma la notte d’addio di Spalletti non è come il tecnico si aspettava. Dai fischi che hanno accompagnato l’annuncio del suo nome, ad una prestazione incolore, anonima che serve solo da brodino dopo la sberla norvegese. E’ il limite di questa squadra che sta vivendo un momento infelice. E’ mancata la prestazione, sono mancati i gol che servivano per provare ad accorciare il ritardo nella differenza reti con la Norvegia. E’ mancato il carattere perché quando giochi con una formazione così modesta ma generosa come la Moldova, non servono particolari accorgimenti. Li devi mettere sotto sul piano del gioco e delle occasioni. Ma l’Italia ha fatto flop anche stasera. Non ha mai saltato l’uomo, palle sempre in orizzontale, non ha saputo imprimere un timbro indelebile alla gara, è andata in vantaggio al tramonto della prima frazione dopo tanto spavento. Siamo questi, piccoli e fragili.

Sblocca Raspadori Cambia Spalletti: dietro c’è Ranieri, in mezzo tocca a Frattesi e Ricci, quinti di centrocampo Cambiaso a destra e Dimarco a sinistra. Davanti Raspadori-Retegui. Titolarissimi per la Moldova, con Nicolaescu riferimento offensivo, Postolachi e Caimacov a sostegno. Fischi del Mapei per Luciano Spalletti all’annuncio delle formazioni. Non ci volevano e sono ingenerosi nei confronti del Ct. Ce lo dimostra l’Italia che gioca un primo tempo semplicemente impalpabile, fatto di tocchetti insipidi senza mai affondare. Lo fa invece la Moldova che dopo una manciata di minuti trova inaspettatamente il gol con il colpo di testa di Nicolaescu. Ci pensa il Var a scacciare la paura e gol annullato per partenza in offside dell’attaccante moldavo. Italia senza gioco e idee, con poche occasioni nello specchio. Serve vincere e con tanti gol, ma l’Italia non graffia, mentre la Moldova, sorniona (154esima nel ranking Fifa), quando viene via in controgioco mette sempre un po’ di spaventio. A togliere le castagne dal fuoco, ci pensa Giacomo Raspadori, cresciuto proprio qui al Mapei con il Sassuolo, che raccoglie una corta respinta e mette alle spalle di Avram. Poco, decisamente poco.

Raddoppia Cambiaso Dentro Barella e Orsolini, fuori Ricci e Dimarco all’intervallo. La Moldova è poca cosa, anche se riesce a rendersi ancora pericolosa con Nicolaescu, ma l’Italia deve cambiare registro. Cambiaso mette dentro da centro area raccogliendo un suggerimento di Orsolini e fa 2-0. Una doppia parata di piede di Avram su Frattesi, salva il 3-0, ma adesso l’Italia prova a spingere con più convinzione, anche se la manovra non è brillantissima, le idee non lucidissime. Spalletti si sbraccia, urla, vorrebbe più determinazione e più smalto sotto porta, ma l’Italia è questa. Brutta, sporca e poco cattiva. Gli azzurri si complicano la vita, con tocchetti insipidi di facile lettura per la non certo irreprensibile difesa moldava. Arriva il momento di Lucca al posto dell’evanescente Retegui. Frattesi aggancia bene in area ma calcia sul portiere. Fuori Raspadori, dentro Maldini quando alla fine ne mancano quindici, poi Coppola rileva l’infortunato Ranieri. Ma il finale non sortisce effetti colorati di rosa. Abbiamo concesso troppo e ringraziamo di non aver affrontato una squadra di livello superiore, altrimenti saremmo già fuori dalla corsa al mondiale. Nel finale ci salva Donnarumma, incredibile ma vero. Sofferenza totale. Sperando a settembre di trovare un’altra Nazionale, nello spirito ma soprattutto nella qualità.

Nella foto: l’urlo di Spalletti dopo gli inni nazionali (foto Salvatore Fornelli)
Nella foto: Spalletti sconcertato (foto Salvatore Fornelli)