ADDIO AL PONTEFICE

Il Papa che amava il calcio

Tifoso del San Lorenzo: verrà ricordato, tra l'altro, per il suo grande amore per lo sport

Nella foto: Papa Francesco ( Foto Gino Mancini )

Massimo Ciccognani

Incontrare un Papa e parlare di calcio. No, non è un paradosso, soprattutto se quel Papa risponde al nome di Jorge Mario Bergoglio, argentino, una delle patrie del calcio mondiale. E il calcio al futuro papa, lo ha contagiato molto presto, da ragazzino. Ho avuto modo di incontrarlo varie volte, dalla partita della Pace quando ricevette in Vaticano le Nazionali di Italia e Argentina, e quando abbracciò la selezione italiana che aveva appena vinto l’Europeo in Inghilterra. Per Papa Francesco, il calcio è motivo da sempre di aggregazione, l’unione tra persone e popoli che possono avere effetti benefici per la mente e per il cuore. Papa Francesco è  cresciuto a pane e pallone, nel quartiere di Flores a Buenos Aires. Non era bravo e lo ammise a più riprese, perché si riteneva troppo ruvido negli interventi e poi perché aveva un piede non da calciatore. 

Tifoso del San Lorenzo, club fondato nel 1908 da Lorenzo Massa. Da giovane seguiva la squadra che nel ’46 vinse il primo titolo locale e nel 2014, l’anno dopo la nomina a Papa,  vinse la prestigiosa Coppa Libertadores. Una squadra rimasta per sempre nella sua mente e nei suoi pensieri, come Bergoglio è rimasto nei pensieri della dirigenza del San Lorenzo che lo inserì tra i soci con la tessera numero 88235.

Argentino, come due che al pallone sapevano dare del tu, Diego Armando Maradona e Leo Messi. In un incontro privato in Vaticano, si parlò solo di calcio, ed un collega sudamericano in maniera provocatoria chiese al Santo Padre se Messi poteva essere paragonato a Dio. Bergoglio lo guardò con gli occhi che sorridevano: “Beh, non si può proprio sentir dire, è un sacrilegio. Posso però dire che è una bellezza vederlo giocare. Il resto è solo fantasia della gente, a volte esagerata”. 

Il sorriso dell’uomo che sapeva, in tutti i campi, andare oltre. E davanti al nodo su chi fosse il migliore tra Maradona e Messi, il Pontefice rispose sorprendendo tutti. “Ne aggiungo un terzo, ed è Pelé, dei tre il più grande gentiluomo, che ha interpretato da campione la vita cristiana. Mi piace anche Messi, persona corretta e gentiluomo. Maradona è stato un grande calciatore, ma ha fallito come uomo. Pelé invece è stato un campione di sport ma anche di vita”.

Non vide la sua Argentina campione del Mondo nel 2022 in Qatar. Lo venne a sapere dalla Guardia Svizzera che si occupa della sua sicurezza. “Alla squadra dico sempre di non dimenticare da dove sono partiti, da quei campi di polvere dove sono nati, campi di preghiera e di fede, per non smarrire mai l’umiltà. Siete grandi nello sport, cercate di esserlo anche nella vita”. Semplicemente Jorge Mario Bergoglio, il Papa che tutto il mondo ha amato e che più di ogni altro ha amato lo sport, il calcio e il suo San Lorenzo.