Massimo Ciccognani
MONTAIONE Metti un giorno a casa Spalletti. Il Ct apre le porte della sua tenuta di Montaione, un agriturismo che si estende per circa cinquanta ettari sulle colline tra Fiorenze e Pisa da dove si vede persino il mare di Viareggio. Ed è qui che Luciano Spalletti vive la sua essenza quando vuole allontanarsi da calcio, per ricaricare le pile e pensare, anche se il calcio rimane indelebile la colonna sonora anche in questa splendida tenuta, a cominciare dai vini che produce che hanno un forte richiamo calcistico (Contrasto, Rosso Diretto, Tra le Linee), alla immensa collezione di maglie, ai ricordi, indelebili, dello scudetto conquistato con il Napoli. “La prima volta che son venuto qui, è stato amore a prima vista”. A vedere la tenuta da vicino, non puoi che capire quanto l’amore sia stato forte.
Un incontro, quello di Montaione, a meno di un mese dall’appuntamento di Nations League con la Germania. Si torna in Germania, ma stavolta per fare un’altra storia. “Sicuramente sì, seguendo bene quelli che sono i cartelli stradali, le indicazioni, perchè la prima è stata bellissima di storia (il riferimento è al mondiale 2006, al 4-3 dell’Atzeca in Messico, al mondiale conquisto nell’82 a Madrid). Si gioca anche in chiave mondiale. Giochiamo talmente raramente che partite come queste sono molto importanti per la crescita corretta di tutto il gruppo. E’ una gara che si porta dietro ricordi e sensazioni, che deve darci convinzioni sul fatto che possiamo affrontare certi avversari. Daremo tutto il possibile. Io in questo periodo non ho sentito molto i calciatori, ora inizierò e questo fatto di restare collegati è anche figlio di uno scambio di messaggi che ha portato tutti a essere molto carini”.
Accanto a lui il capo delegazione Gigi Buffon, persona molto cara e preziosa per il Ct. “Buffon non lo conoscevo e frequentandolo ho potuto apprezzare la qualità della persona. Al netto dei risultati, io e lui resteremo sempre amici. Spesso mi avete detto cosa era cambiato dopo l’Europeo, cosa si era visto in più nella Nations League. E posso dire che molto c’è del suo, dopo la Germania fu talmente vero e puro nel darmi delle notizie che io ne ho fatto tesoro e ho provato a metterle in pratica, anche se poi la differenza la fanno sempre i calciatori. Noi stiamo lavorando per tentare di far crescere una Nazionale che duri nel tempo, questo gruppo pensiamo possa avere un futuro importante e vogliamo farlo in piena sintonia col Presidente Gravina e con tutta la Federazione. Andiamo ad affrontare le prossime partite con totale fiducia, anche se per come sono fatto io passa troppo tempo da una gara all’altra. Se perdi l’ultima partita quei risultati ti restano addosso per tanto tempo e finché non rigiochi non sei contento. Sicuramente il doppio confronto con la Germania avrà un fascino particolare, ma per come sono fatto io queste sfide voglio giocarle quanto prima”.
Il riferimento al 2006 porta a Gigi Riva. Il ricordo di Spalletti è sanguigno. “Manca tanto, ma fa parte di chi ha la mia età: è bene far conoscere la nostra storia, quella storia può servire a creare stimoli. Però bisogna essere bravi a somministrare queste notizie e a dare fiducia a questi ragazzi giovani perché la meritano e perché con loro andiamo a sfidare avversari molto forti. Noi siamo tranquilli, anche le vittorie delle nazionali giovanili lasciano intravedere che ci sarà un futuro, un valore. Riva e Vialli saranno sempre un valore, ma allo stesso tempo dobbiamo lasciare questi ragazzi abbastanza leggeri”.
Risultati importanti dopo il post europeo, ntale la fiducia di Gravina dopo il post europeo.
“Quei risultati sono stati molto importanti, ci hanno detto che abbiamo a che fare con una forza diversa rispetto a ciò che abbiamo visto all’Europeo. Siamo convintissimi di avere a che fare con una Nazionale forte, possiamo avere un futuro e si va dritti per quella strada. Gravina in questo senso è stato il primo a invogliarmi ad andare oltre l’Europeo, siamo in perfetta sintonia”.
Uno sguardo al campionato, al quale Spalletti guarda con grande attenzione. “Il campionato italiano è sempre importante, sempre livellato verso l’alto. Non c’è un appiattimento verso il basso, io vedo sempre cose nuove. Può sembrare che ci siano molte squadre sotto il loro livello, ma è determinato anche dalla complicazione nel giocare contro squadre di seconda fascia. E’ sempre difficile”.
Inevitabile un passaggio sul Napoli. “Sta facendo un campionato eccezionale, io personalmente faccio i complimenti a Conte non solo per i punti e per le vittorie, ma anche per quello che fa vedere la sua squadra. Il Napoli sa quello che vuole, sa stare in campo, mette in atto un piano che i giocatori sanno riconoscere ed è elaborato durante gli allenamenti. Oltre ad Atalanta e Inter il Napoli sarà lì a lottare fino in fondo, e magari con qualche altro passo falso può inserirsi ancora qualche altra squadra”.
E sabato Napoli-Inter per lo scudetto. “Sarà un bel duello, una bella sfida. Potrà dire molto della classifica e dello scorrere del campionato. Non vedo ancora l’Inter al top delle sue possibilità e siccome ha quel livello altissimo di potenzialità penso possa esprimerlo di nuovo da un momento all’altro. Il Napoli ha disputato partite straordinarie, al di là di qualche spezzone che non gli ha permesso di portare il risultato a casa. Conte gli ha trasferito una forza eccezionale, si vede il lavoro sul campo: quando perdono palla si riabbassano tutti, c’è l’uomo contro uomo appena perdono palla, hanno dribbling e tiro dal limite dell’area. L’Inter ha un trascorso che gli dà del vantaggio in queste sfide, però il Napoli è un’altra squadra forte”.
Solo rammarico per l’eliminazione della italiane dalla Champions. “Noon me l’aspettavo. Ma non sono eliminazioni figlie di un calcio che è peggiorato. Sono figlie di prestazioni e gesti che non sono andati a buon fine nella partita. Ma anche io sono rimasto abbastanza sorpreso. Per me si tratta solo di episodi per quello che è stato lo scorrimento delle partite”.
Tornando all’azzurro, facile ripartire da Kean e Retegui, capocannonieri del campionato. “Siamo molto contenti di entrambi, sono numeri 9 diversi. Uno più d’area di rigore, un altro che attacca di più la profondità. E’ una cosa che può succedere, soprattutto contro squadre che giocano con un blocco squadra molto basso: lì per forza bisogna mettere un attaccante in più o un esterno con caratteristiche più offensive. Per fare calcio offensivo le due piazzole degli esterni determinano, fanno la differenza. Per cui si può pensare anziché avere uno che va per il cross, inserire uno alla Politano che si butta anche dentro. Raspadori? Quello che sta facendo ora è perfetto, quello è il suo ruolo. Ieri ha corso moltissimo a Como. Ti può dare molto in quel ruolo lì, soprattutto se riesce a ritagliarsi più minutaggio”.
Per il resto tante certezze, ma voglia di ritrovare tanti calciatori. “Dal punto di vista delle preoccupazioni è sempre la stessa cosa, ovvero vederli scendere in campo questi calciatori con una certa continuità. E’ chiaro che mi farebbe piacere vedere Chiesa giocare più dei 370 minuti che fin qui ha giocato, mi piacerebbe vedere che i giovani riescono ad affermarsi velocemente. Noi siamo pronti a cogliere qualsiasi nuova opportunità, anche se questo è un gruppo importante e le prossime convocazioni somiglieranno molto a quelle precedenti. Però, anche se questo è un gruppo importante su cui costruirci sopra, gente come Baldanzi vogliamo andarla a vedere. Folorunsho sta facendo benissimo e la vedremo fino alla fine prima di diramare le convocazioni. Penso stavolta sia possibile portare 1-2 giocatori in più rispetto ai 22 23 canonici”
Poi due messaggi, uno a Bove, l’altro al Papa. “A me piacerebbe che la normativa somigliasse alla volontà di Bove, ciò che vuol fare lui è la normativa più bella e che dovrebbe dargli la possibilità di fare ciò che più gli fa piacere. Il Papa l’ho conosciuto, per me è abbastanza facile. L’ho incontrato per due volte ho avuto la fortuna di stringergli la mano e quando sei davanti a lui riesci a riconoscere l’energia che ti trasmette”.
L’Italia è pronta a ripartire. Paola di Spalletti.