Il Bologna si sblocca a Cagliari

Nella foto: esultanza Bologna (foto Image Sport)

Robert Vignola

Chissà che aver tirato il fiato rinviando la gara col Milan, alla fine, non abbia fatto bene al Bologna. La seconda vittoria stagionale arriva in trasferta a Cagliari, contro una squadra che mostra lacune qua e là nell’organico, che la compattezza del modulo di Nicola solo parzialmente riesce a nascondere. In avvio Piccoli bussa due volte alla porta del Bologna, nella seconda occasione Skorupski smanaccia il suo traversone e Gaetano trova a ripetizione un difensore sulla traiettoria verso la rete. E’ un fuoco di paglia. Primo squillo ospite al quarto d’ora: Ndoye va via, Miranda calcia a colpo sicuro ma la difesa sbroglia. Ora il Bologna prende le redini del match e fa un po’ tutto: sbanda sulle poche folate dei padroni di casa, ma col pressing alto produce occasioni in serie. Prova ad approfittare di un rimpallo Orsolini, Scuffet controlla. E’ l’inizio di un duello: prima Castro mette il numero 7 davanti al portiere, ma il sinistro va alle stelle. Poi sul filtrante di Ndoye (velo di Castro) innesca il doppio passo e fulmina Scuffet col destro sul primo palo, terzo gol nelle ultime tre trasferte a Cagliari per Orsolini. La reazione dei quattro mori è tutta in un destro di Piccoli: Skorupski si rifugia in corner. 

Nicola non cambia, ma l’inerzia della partita neanche: Ndoye si presenta davanti a Scuffet e si fa stregare dal portiere che dopo poco però capitola quando il sinistro di Odgaard (servito da Lucumì) lo trova in leggero ritardo: raddoppio e notte fonda per i sardi. L’undici di casa ha una fiammata, Gaetano testa la reazione di Skorupski che poi va in difficoltà su un tiro cross di Marin. Il tecnico prova adesso a cambiare: dentro Adopo, Lapadula e Felici, fuori Zortea, Prati e Viola. Italiano, che vede i suoi in difficoltà, si affida a Pobega rinunciando a Odgaard, la contromossa di Nicola è Augello per Obert. Ultimi minuti per Posch e Fabbian al posto di De Silvestri e Moro e per Dallinga e Holm che rilevano Castro e Ndoye. Che è come dire che il gattopardo va in Sardegna, perché tutto cambia ma il risultato resta com’è.