Stefano Sale *
Buona la prima di Daniele De Rossi nell’Europa dello Special One. Riecco l’ennesima, infinita sfida col Feyenoord, da Tirana in poi. L’eredità di Josè Mourinho. Ma anche ieri con Daniele in panca rimaniamo imbattuti, con buona pace di Slot. Un pareggio che può andar bene in vista del ritorno all’Olimpico, anche se con un po’ più di malizia qualcosa in più poteva arrivare. Il gol preso è stato proprio da polli, un colpo di testa dal giocatore più basso in campo, lasciato li solo in mezzo da Llorente. È piaciuta comunque la personalità vista in campo con palla al piede, stavolta con un buon Paredes al comando in mezzo. Un po’ meno invece la fase del non-possesso, per non parlare della fase difensiva. Solito problema sulle fasce, dai cross imprecisi di Karsdorp e Zalewsky, ai soliti buchi dietro quando invece c’è da fare attenzione. Ma anche la scarsa vena di Dybala in fase d’attacco. Gli olandesi non sono irrestistibili, a parte qualche buon giocatore, squadra ostica e fastidiosa tra le mura amiche ma molto meno fuori casa. SIcuramente alla nostra portata, anche se ci sono ancora 90 minuti da giocare, quindi occhi aperti e concentrati. Romelu Lukaku invece risponde alla sua maniera. Potenza e fisicità. Solo a Roma può essere un problema. Come dice DDR è uno dei più forti attaccanti al mondo. Ma come tutti gli altri anche lui può sbagliare o attraversare momenti meno brillanti. Con l’Inter si è divorato l’impossibile, vero, ma forse manca di lucidità visto che lotta, corre, fa sempre a sportellate e apre spazi. De Rossi nel frattempo continua a fare benissimo il suo lavoro, in campo e fuori. Impeccabile nei rapporti con l’ambiente, stampa e tifosi, potrebbe essere la soluzione ideale per la Roma a fare il dirigente a grandi livelli, dovessero cambiare le cose a fine stagione.
In poco tempo ha rigenerato la squadra, anche se poi sono sempre i risultati a lungo termine a dover giudicare. Si deve giocare per gli obiettivi prefissati, per portare a casa punti, non per la bellezza del gioco. Giocare bene ma perdere è per i perdenti. Come dice Daniele, non esiste differenza tra giochista o risultatista. Non importa come ci arrivi. Conta solo vincere. Quindi il risultato. Allora, non si può dire che la sconfitta con l’Inter è cosa positiva. Al contrario. Se sei stato bravo a riprendere la partita al primo tempo poi però non sei stato altrettanto bravo al secondo tempo, perchè poi alla fine hai perso. Il gol di Acerbi era da annullare. La Roma non si è lamentata. Non una novità. E comunque adesso non c’è più nessuno a difenderla. Mou avrebbe alzato gli scudi. Daniele invece ha preferito dire subito che era tutto regolare, non c’era nulla da annullare. Sbagliando però, visto poi quello che abbiamo visto in situazione perfettamente analoga in Champions. Ora è da capire se questa è la nuova strategia dei Friedkin, abbozzare per non avere ritorsioni contro, un po’ come il famoso caffè di Rosella in Campidoglio con Giraudo, dopo le battaglie di papà Franco contro il sistema di Moggi e Galliani. Non proprio cose da romanisti. Ma i tempi cambiano per tutti. Sempre Forza Roma.
*Roma Club Dublino, tifoso Roma