Napoli, 33 anni di sola passione, lacrime e gioia

Nella foto: Luciano Spalletti (foto Image Sport)

Francesco Raiola

Trentatrè anni, come gli anni di Cristo, 33 anni in cui ho visto tutto. Proviamo a ricapitolare:

1990-91: l’addio di Diego e una Supercoppa….la fine della gloria;

1991-92: gli ultimi squilli del mio Dio (Antonio Careca) e un quarto posto dignitoso;

1992-93: la cinquina di Fonseca ed una salvezza malandata;

1993-94: Lippi, la Uefa presa all’ultima giornata e le prime partenze illustri;

1994-95: Rincon, la qualificazione Uefa persa per colpa di Delvecchio, l’addio di Fabio Cannavaro, l’iscrizione arrivata con fideiussioni molto dubbie;

1995-96: gli squilli di Imbriani, il lento decadimento, i gol salvezza di Arturo Di Napoli;

1996-97: una finale di Coppa Italia persa, i gol di Aglietti, la meteora Beto, Andrè Cruz, Simoni che firma con l’Inter durante il campionato, Montefusco e salvezza alla penultima giornata;

1997-98: la retrocessione indegna con 13 punti il cui artefice è Corrado Ferlaino. 5 allenatori cambiati, Prunier, Facci, Asanovic, Pedros, Rossitto, Sergio, Calderon, Allegri, Giannini, Mirko Conte. Mi fermo per non piangere e ripensare alle umiliazioni prese in tutta Italia. Le lacrime vere di Pino Taglialatela a Parma. Pino avresti meritato uno scudetto tutto tuo;

1998-99: campionato di serie B maldestro con Ulivieri e Montefusco. Altri bidoni arrivati a fine carriera e serie A persa giĂ  a dicembre;

1999-00: Promozione in A grazie a Stefan Schwoch, a Novellino e a un gruppo tosto con Matuzalem a comandare il centrocampo. Gol simbolo quello di Galletti contro il Cosenza.

2000-01: la cacciata di Novellino e Schwoch, i contrasti tra Ferlaino e Corbelli, Zeman e il suo esonero, Mondonico, Edmundo e il carnevale, la salvezza persa per un punto, lo scempio mai punito di Parma Verona, squadre facenti parte della famiglia Tanzi;

2001-02: serie B…..l’arresto di Corbelli prima di Napoli Cittadella. Una squadra che fa quello che puĂ² e sfiora la A. Scopriamo Luppi goleador e vediamo Jankulosky che con Mondonico non giocava perchè era meglio Pineda (PINEDAAAA) sbocciare definitivamente;

2002-03: Una salvezza rubata a furia di rigori, grazie alla longa manus di qualcuno che non voglio nominare. Dionigi ne fa 19, ma siamo inguardabili. Colomba, Scoglio, Colomba……

2003-04: La morte di Sergio Ercolano, Agostinelli, Campobasso, Simoni, una salvezza anonima, gli 80 paganti contro l’Albinoleffe, Naldi che si indebita pure il culo, il fallimento. Non piango, ma gioisco. Sono uno dei pochi napoletani che gioisce. So che peggio non si puĂ² fare. Arriva Aurelio;

2004-05: squadra costruita in dieci giorni, Pierpaolo Marino, la rovinosa gestione Ventura, un mercato invernale sontuoso, CalaiĂ² e Sosa, il 3-2 al Foggia, i playoff persi ad Avellino, pianti a fine partita…

2005-06: Reja, promozione in B, Acireale, Gela, l’aggressione a Dela a Manfredonia, CalaiĂ², i pianti del Pampa Sosa (ti amo Pampa), Bogliacino a Frosinone, PiĂ , Sosa sulla traversa, Chi Ama Non Dimentica;

2006-07: la serie B, la Juventus, il Bologna, il Verona, il Genoa. Sembra una serie A. Si gioca il sabato e sembra una guerra. Lo è. Vinciamo il campionato come secondi. Penso a Iezzo, a Paolo Cannavaro, a Grava, a Sosa, a CalaiĂ², a Trotta, a PiĂ  e Maldonado, a Domizzi. Una squadra tostissima che va in A. Si piange.

2007-08: Hamsik, Lavezzi. Si parte male, si fanno cinque gol a Udine e poi si viaggia con soddisfazione. Le big perdono tutte da noi, tranne la Roma, ma il 4-4 dell’Olimpico è qualcosa che vale 200 vite; andiamo subito in Europa con Reja in panchina ed è bello così. L’unico momento nero lo superiamo a Livorno con CalaiĂ² che ne fa 2. 

2008-09: Si parte con una media scudetto trascinati da Hamsik, Maggio e Denis. Poi il crollo verticale, con Donadoni che subentra a Reja. Si rischia di scendere in B, ma un gol di Zalayeta con l’Inter ci fa rivedere la luce. Marino inizia a vacillare;

2009-10; Si parte malissimo, Dela fa fuori Donadoni e Marino. Arrivano Mazzarri e Bigon jr. E’ l’inizio di quello che è il Napoli oggi. I successi al 90esimo, i gol di Datolo e Hamsik a Torino, il mio urlo disumano al pareggio di Denis contro il Milan, il 3-3 di Bogliacino a Cagliari. Quagliarella che fa 10 gol in un contesto di vita atroce che scopriremo qualche anno dopo;

2010-11: CAVANI CAVANI CAVANI……il piĂ¹ grande attaccante della storia del Napoli dopo Antonio Careca. Uno scudetto perso con l’Udinese. Il mio pianto al San Paolo dopo il gol di Maggio al 90′ contro il Palermo. Hassan Yebda.  Il 4-3 alla Lazio. Emozioni uniche.

2011-12: Il primo trofeo. La Coppa Italia vinta contro la Juve. I quarti di Champions sfiorati contro il Chelsea. Il successo contro il Manchester City, il passaggio di turno, la trasferta contro il Bayern, l’ultimo ballo di Lavezzi.

2012-13: la finale di Supercoppa, l’incazzatura, Pandev, una stagione piena di contraddizioni, Insigne che arriva da Pescara, Cavani ci trascina in Champions e ci saluta con classe. Siamo secondi e anche Walter Mazzarri va via. Dice che vuole riposarsi, ma dopo 5 giorni ha firmato con l’Inter. Arriva Benitez:

2013-14: la svolta. Higuain, Albiol, Reina, Callejon, il girone di Champions non superato con 12 punti, il bruciore dell’eliminazione contro il Porto in Europa League, la Coppa Italia vinta con il dolore dentro per Ciro;

2014-15: la supercoppa vinta ai rigori, un furto subito contro il DNIPRO, Higuain che manda il rigore contro la Lazio a Forcella, Benitez che firma con il Real. Le macerie;

2015-16: Sarri, le prime partite stentate, poi il 5-0 alla Lazio. Si capisce che la squadra gioca divinamente. Higuain segna, ma non basta. Zaza e la fine di un sogno. Sono allo stadio e piango quando Higuain mette il record di gol. Viene portato in trionfo, prima dell’addio traumatico.

2016-17: Milik, i gol e il crociato. Mertens centravanti. Il Napoli piĂ¹ bello di sempre è questo qui. i 7 gol di Bologna sono un manifesto edonistico senza precedenti. A Roma Mertens che fa gol e fa il cane. Napoli stellare.

2017-18: i 91 punti.

2018-19: Ancelotti, il calcio liquido, le sconfitte senza senso, Piatek che ci fa fuori in coppa italia, la magra figura contro l’Arsenal ai quarti di Europa League. Secondi.

2019-20: La notte contro il Salisburgo, Gattuso, il covid. il buio. totale. Si rischia di retrocedere. Poi uno slancio in Coppa Italia. Si riprende a vivere e si vince un trofeo. Ai rigori. Milik, che ora è a Torino, la piazza. Urlo per tutto il dolore e la sofferenza accumulata.

2020-21: Arriva Osimhen che si fa male subito. Diego ci saluta. Giochiamo malissimo in inverno, ma ci riprendiamo in estate. Lo scempio di Napoli Verona dove non ci qualifichiamo per la Champions. Altre macerie.

2021-22: Arriva Spalletti accolto da 3 tifosi. Si riparte. Non si fa mercato. Arriva solo Juan Jesus e l’ultimo giorno un tale Anguissa. Giochiamo divinamente sino a novembre. Poi Cutrone. A Milano Elmas ci fa vivere una serata bellissima. Dopo tre giorni perdiamo in casa con lo Spezia. Nel ritorno voliamo, ma ci sciogliamo sul piĂ¹ bello. Fiorentina, Roma, Empoli, le partite delle mazzate sulle orecchie. Blindiamo la champions, ma si capisce che la societĂ  vuole fare piazza pulita. A gennaio, intanto, il capitano firma per una squadra canadese.

2022-23: La rivoluzione. Un georgiano, un nigeriano, un coreano, un kossovaro, uno slovacco, un macedone, un portoghese, un uruguagio, un tedesco, un brasiliano, un norvegese, un messicano, un francese, un paio di polacchi e qualche italiano di pregio vincono lo SCUDETTO della globalizzazione. Siamo campioni d’Italia. Non ho la forza neanche di esultare, perchè in questi 33 anni ho sofferto come una bestia. Ho fatto follie per questa squadra. Mi porto dentro tutti i momenti di questa incredibile stagione e di tutte le altre. So che è una malattia e me la porterĂ² dentro sino all’ultimo dei miei giorni.

FORZA NAPOLI