Pagelle Argentina: Messi crea, Martinez conserva

Nella foto: il portiere Emiliano Martinez (foto Imago/Image Sport)

Emiliano Martinez 8 – Spettatore non pagante fino al 78′. Intuisce il rigore ma non ci arriva, rivedibile invece sulla volèe di Mbappe. Cambia la storia negli ultimi istanti dei supplementari, miracoloso su Kolo Muani. Nella lotteria dei rigori para un rigore a Coman.
Molina 6.5 – Con Mbappé dalle sue parti il compito principale è contenere e lui riesce bene nell’intento. Non sempre preciso in appoggio e nei traversoni, ma il lavoro difensivo è molto buono. Dal 91′ Montiel 7 – Procura il rigore del 3-3, realizza quello decisivo. Il modo più bello possibile per farsi perdonare.
Romero 6.5 – In coppia con Otamendi, di fronte a una squadra composta da Griezmann, Guroud, Mbappé e Dembélé non fa passare uno spillo, giocando sempre d’anticipo. Almeno fino al 78′. L’uno-due francese cambia totalmente l’inerzia e anche lui va in affanno. E pensare che il suo esordio ai Mondiali fu subendo un tunnel da un giocatore saudita…
Otamendi 6 – El General rovina un’ottima prestaione stendendo in area Kolo Muani sul 2-0. La partita era virtualmente chiusa e la coppa stava finendo nelle mani di Messi. Ci finisce ugualmente, dopo un giro infinito. La coppa alzata al cielo lo salva.
Tagliafico 6.5 – Il suo spauracchio doveva essere Dembélé. È durato 41′ col francese richiamato da Deschamps. Legittima la sua titolarità vincendo quasi tutti i contrasti. Dal 120′ Dybala 6 – Entra per calciare il rigore e fa il suo dovere. Mette la sua firma anche lui sul Mondiale.
De Paul 6.5 – Sbaglia pochissimi passaggi, sa giocare tra le linee e quando ha la palla i francesi sono quasi sempre costretti alle maniere cattive per togliergliela. Va in bambola anche luiMondiale di grande qualità, è stato il punto fermo del centrocampo sin dalla prima partita. L’unico. Dal 102′ Paredes 6 –Dà il suo contributo realizzando il suo rigore.
Enzo Fernandez 7 – Nel cuore del gioco, scardina le (poche) avanzate francesi, ribalta la manovra. Prestazione ancora una volta di grande sostanza per un giocatore che diventerà in tempi brevi un’enorme plusvalenza per il Benfica.
Mac Allister 8 – Una delle chiavi di svolta di Scaloni. Gioca nel Brighton e chissà per quanto dopo un Mondiale così. Permette a Di Maria di svariare sul fronte offensivo, dà una mano a Tagliafico nelle chiusure, è formidabile nei suggerimenti. Suo l’assist per il raddoppio di Di Maria. Dal 116′ Pezzella sv.
Messi 10 – La favola del giocatore più forte dell’era contemporanea giunge al lieto fine. Campione del mondo nella sua ultima partita di un Mondiale. In tempo per battere il record di presenze e di minutaggio. Lo fa giocando un torneo mostruoso e una finale eccezionale. Segna due reti, è glaciale nella lotteria dei rigori, in barba a chi per anni gli ha rimproverato la mancanza di personalità in palcoscenici diversi dal Camp Nou. Copa America-Mondiale in due anni, il dio del calcio non poteva lasciare uno come lui senza i trofei più prestigiosi.
Julian Alvarez 8 – 22 anni e personalità da vendere. Che uno così sia riserva nella sua squadra di club è qualcosa di incredibile, con tutte le attenuanti del caso (Haaland, il cannibale). Non è solo un finalizzatore, ma punto focale della manovra offensiva. È lui che apre per Di Maria nell’azione che porterà all’1-0 e sempre lui a verticalizzare per Mac Allister nella ripartenza del 2-0. Era destinato ad essere l’attaccante del futuro, ha bruciato i tempi di 4 anni. Dal 103′ Lautaro Martinez 6 – Sbaglia tanto ma allo stesso tempo rianima il gioco offensivo dell’Argentina.
Di Maria 9 – Fu uno degli elementi imprescindibili di Sabella 8 anni fa ma un infortunio lo mese ko per la semifinale e lo ha costretto a vedere la seleccion perdere contro la Germania dalla panchina. È la grande novità di Scaloni per questa finale, dopo appena uno spezzone di gara giocato nella fase a eliminazione diretta. E la sua presenza fa tutta la differenza del mondo: per esperienza a questi livelli, per voglia di rivalsa, per qualità tecniche. Manda in tilt da subito la difesa francese, si procura un rigore e segna anche il raddoppio. È l’uomo delle grandi finali: riportò l’Argentina sul tetto del Sudamerica dopo 28 anni con un gol al Maracana, si ripete ai Mondiali, che l’albiceleste cercava da 36 anni. Dal 64′ Acuna 6 – Partita di grande sofferenza per l’esterno sinistro.
Allenatore Lionel Scaloni 10 – È riuscito in un’impresa che nemmeno Bilardo e Menotti, gli altri due ct campioni del mondo: vincere sia la Copa América che il Mondiale. La sconfitta contro l’Arabia Saudita è stata alla fine fondamentale per indirizzare il Mondiale della seleccion e quello suo. Ha imparato dai suoi errori, ha azzeccato da lì tutte le mosse, alcune di esse coraggiose. In questa finale imbriglia subito la Francia e la carta Di Maria spariglia le carte. Non rischia nulla fino al 78′, la squadra si complica la vita ma riesce a restare in piedi nonostante un uno-due che avrebbe ammazzato chiunque. Forte mentalmente e anche fortunata, la sua Argentina.