Il 20 febbraio saranno trentadue primavere sulle spalle, ma per Ciro da Torre Annunziata, sembra essere l’inizio di una nuova gioventù. E’ il miglior attaccante in circolazione. Lo dicono i numeri, lo certifica il suo peso nell’attacco della Lazio. Ha timbrato 140 reti con la maglia biancoceleste entrando di prepotenza nello storia del club. Ha vinto una Scarpa d’Oro e l’estate scorsa è stato tra i protagonisti della conquista dell’Europeo con la nostra Nazionale. Numeri che bastano e avanzano per certificare la qualità dell’attaccante partenopeo che ha trovato alla Lazio la sua giusta dimensione, esaltando dal gioco di Inzaghi che lo ha sempre messo al centro del suo progetto. Ciro si sta ripetendo adesso che alla guida c’è Maurizio Sarri, altra tipologia di gioco, stessa qualità. Qualche polemica lo ha sfiorato per non essere particolarmente incisivo in maglia azzurra. Polemiche che sono scivolate addosso al bomber laziale, la cui assenza nelle partite decisive, si è sempre fatta sentire. Le polemiche strumentati, quelle legate all’appartenenza, le lasciamo volentieri agli altri. Per noi conta quello che è Ciro, un vero attaccante di razza. In Nazionale ha segnato e fatto segnare, grazie alla sua manovra avvolgente sull’intero fronte d’attacco per permettere l’inserimento dei compagni. L’importanza di Ciro si è capita fin troppo nelle partite di Nations League e nelle qualificazioni mondiali, dove il peso dell’attaccante laziale avrebbe potuto fare la differenza. Se lo coccola Maurizio Sarri, lo aspetta Roberto Mancini per le sfide contro la Macedonia del Nord e poi, speriamo, contro Portogallo o Turchia per scardinare le porte del mondiale in Qatar. E’ vero, ci sono giovani interessanti che il ct sta prendendo in considerazione, da Scamacca a Raspadori, giovani importanti che hanno bisogno di crescere e maturare, ma è innegabile che la sola presenza di Ciro Immobile, garantisce un passo di qualità non indifferente. Se lo gode la Lazio che giustamente ne esalta le qualità, vuole tornare a goderselo anche Roberto Mancini. Perché le porte del Qatar, passano anche attraverso i gol di Ciro Immobile.

