Augusto Riccardi
TORINO Il derby non è mai una partita come le altre. Rivalità e campanile che per una domenica si incrociano faccia a faccia, anche se a volte i derby, quelli più sentiti, durano un intero anno. Domani alle 18 al “Grande Torino”, c’è Torino-Juventus. Anche qui interessi altissimi, con il tecnico granata Ivan Juric che mette subito le cose in chiaro. “Sento che siamo su due livelli diversi, ma sento che non è come Genova. A Torino mi sembra che la squadra sia il Toro, percepisco questa sensazione. A Genova era a metà, qua è il Toro. Ma sono nuovo, devo imparare e vedere. Il clima? Non sono uscito tanto di casa. Me ne renderò conto domani: lo voglio vivere domani, poi mi rimarrà dentro”. E sulla Juve nessun dubbio: “L’avversario è di assoluto valore, che ha ritrovato risultato e spirito. Ultimamente stanno facendo grandi risultati. Il nostro è un gruppo fantastico: ci sono tanti ragazzi giovani che hanno voglia di imparare, non ho mai avuto un problema. Non ho mai dovuto spronarli a lavorare bene, ci siamo allenati con intensità. Come sempre”.
Allegri affronta il derby con animo decisamente sereno dopo la vittoria in Champions contro i campioni del Chelsea e forte di due vittorie consecutive in campionato. “E’ la stracittadina, torneranno i tifosi allo stadio dopo un anno e mezzo e abbiamo la possibilità di sistemare la classifica o comunque di darle un altro colpettino. Ma il Torino è una squadra che corre, pressa: Juric sta facendo un ottimo lavoro e soprattutto è un allenatore che ha trasmesso alla squadra i concetti di giocare le partite in un certo modo che incarna lo spirito del Toro. Sarà una partita complicata, bisognerà avere pazienza, ribattere colpo su colpo, loro sono la squadra che ha concesso meno occasioni e meno tiri in porta alle altre squadre”.
Sulla formazione molta pretattica. “Due giocatori sono sicuri, Szczesny e Chiellini, gli altri devo vederli oggi perchè ieri c’era qualcuno più stanco di altri”, ma non esclude che nella lista dei convocati possano esserci anche Arthur e Kaio Jorge. La vittoria in Champions ha regalato qualche certezza in più. Allegri rifiuta però di sentir dire nuova Juve. “Quella di mercoledì non è la nuova Juve di Allegri. C’è però da capire che quando si deve difendere in un certo modo, lo si deve fare in quel modo, l’atteggiamento nella fase difensiva deve essere quello, che sia per 5 o 70 minuti. Ma è una vittoria che mi ha riempito di gioia: sono contento per la squadra, per l’ambiente, per i tifosi che ci hanno sostenuto, si è sentita la vicinanza dello stadio, con entusiasmo e passione: è un bel segnale. Col Chelsea mancavano Dybala e Morata e abbiamo visto che in quella partita lì Chiesa può fare il centravanti ma domani bisognerà fare un altro tipo di partita, ci sarà ritmo, ci saranno spazi”.
Calcio d’inizio al Grande Torino domani alle ore 18. Derby affidato a Valeri di Roma.