dall’inviato
Massimo Ciccognani
TORINO Allianz Stadium di Torino, domani c’è Italia-Bosnia, quarta delle qualificazioni a Euro 2020. La possibile partita dell’allungo per una Nazionale, quella italiana, cambiata tantissimo, sul piano del gioco e della qualità, rispetto al recente passato. La vittoria in Grecia ha confermato del processo di crescita azzurro, una squadra poco “italiana” che pensa solo ad impostare ed imporre il proprio gioco. Come fatto finora, Domani appuntamento da non mancare contro una Bosnia scottata dalla sconfitta in Finlandia e vogliosa di tornare sulla cresta dell’onda. Sugli avversati, Mancini non ha dubbi: “Credo che siano candidati forti per passare il turno e che in Finlandia sia stato un episodio. Ritroveranno Pjanic che ha scontato la squalifica, è uno che fa girare la squadra, sarà anche molto pericoloso”. Ci saranno anche dei cambi rispetto alla trasferta di Atene. “Si, ci saranno, ma non tantissimi. Dobbiamo fare allenamento oggi, non siamo ancora riusciti a valutare ancora”. Italia che segna tanto e con tutti giocatori diversi, meno che con gli attaccanti. “E’ vero, ci mancano quelli degli attaccanti, ma credo arriveranno. È una cosa anormale. A me serve che la squadra giochi bene, esprima cose buone. Penso che in una squadra i gol dell’attaccante diventano decisivi nelle gare importanti. Ci vogliono anche quelli, ma il lavoro che stanno facendo tutti, per dire che Belotti ad Atene ha fatto bene con l’assist, più altri due nel secondo tempo. Alla lunga arriveranno”.

E’ una Nazionale tornata finalmente ad infiammare il cuore della gente. “Ci sono dei momenti in cui le cose vanno male, l’Italia che non si è qualificata al Mondiale era forte. Sono momenti che accadono. Credo che dopo la delusione c’è stata una spinta in più, qualcosa di diverso e più bello. In un anno è cambiato molto, ma non dimentichiamo che l’Italia è sempre stata terra di calciatori bravi, necessitavamo tempo”. Mancini però non si sente un eretico. “No, sono un allenatore che ha giocato tanti anni da calciatore, quindi voglio giocare un calcio offensivo. Nonostante lo scetticismo dell’inizio ho trovato giocatori molto tecnici, c’è feeling. La strada è lunga, continuiamo a fare questo. Abbiamo avuto campioni in tutti i ruoli, non solo tra i difensori, per questo sono sempre stato positivo. I giocatori in ambito nazionale sono 30-40, da lì puoi scegliere. Gli italiani hanno sempre avuto qualità, magari tanti anni fa pensavamo in modo più difensivo, ma ci ha portato a vincere diversi Mondiali. Si cerca di creare una squadra che possa divertire e divertirsi. Tutti i ragazzi vengono con grande voglia”. Ma guai ad abbassare la guardia. “La presunzione si paga sempre. Basta tornare indietro di qualche giorno, la Turchia non è molto differente dalla Grecia e ha vinto 2-0 contro la Francia. Se non diamo il massimo, a questo livello, il rischio c’è. La Bosnia arriva da questa sconfitta, sarà una gara diversa. Non avendo giocato il Mondiale di Russia meglio lasciare la presunzione”. C’è poi un ranking da scalare, finora non appropriato alla storia azzurra. “Speriamo di continuare a vincere per scalarlo, l’Italia non merita di essere in quella posizione”. Tanti calciatori in rosa e nodo dolente delle scelte. “E’ vero, è il tasto più dolente, perché dovremo fare una scelta e dovremo cambiare. Sono tutti giocatori talmente bravi che non è così semplice decidere”. Sulla formazione dice nulla. “Belotti? Vedremo nell’allenamento del pomeriggio, dobbiamo dare il massimo per battere la Bosnia. Saranno molto importanti gli allenamenti di oggi e domattina”. Infine Sarri e Conte che riabbracciano l’Italia, un motivo in più per continuare a crescere. “Ho sempre pensato che gli allenatori italiani siano a livello tattico i più bravi, per tutto quello che Coverciano insegna. Se tutti gli allenatori italiani sono in Italia è un bene”.
In conferenza Bonucci esalta il nuovo ct. “Quello che è cambiato, su tutti, è il nostro ct. È arrivato con una idea ben precisa, di riflesso è andata a spargersi nel calcio italiano. Tanti giovani sono riusciti a imporsi, dando il proprio contributo. La Bosnia non è avversario facile, merita grande rispetto, al di là del risultato in Finlandia, insieme alla Grecia può dare fastidio. Ha grandi calciatori, come Dzeko e Pjanic, creano tanto giocando in verticale. Domani rientra Miralem che fa girare la squadra, lo fa nella Juve e anche in Nazionale, per loro è fondamentale. Non sarà la Bosnia vista in Finlandia”. Nazionale che prende zero gol, e con Chiellini e Bonucci che finora ne hanno firmati sei. “A noi interessa non prenderli. Costruendo gioco prima o poi ne facciamo uno, poi quando ci riesce di buttarla dentro è una gioia ulteriore. Con Giorgio c’è un rapporti di amicizia e di stima, l’uno per l’altro, in campo e fuori. Ci giocheremo questo traguardo fino a fine carriera di entrambi. L’obiettivo nostro è far capire cosa significa stare dentro una squadra come la Nazionale. Si è ricreato un grande gruppo, i giovani stanno facendo alla grande il loro lavoro”.
BRIVIDO AZZURRO L’inno dedicato alla nostra Nazionale da parte del maestro Piero Mirigliano