Massimo Ciccognani
Tre mesi ai playoff, quelli che dovranno portare l’Italia al prossimo mondiale. Rino Gattuso vive il suo primo Natale da Ct azzurro con la consapevolezza di quanto sia importante quel ruolo. “Quando mi è stato proposto di diventare Ct ho detto subito di sì, senza chiedermi quali fossero i pro e i contro – ha spiegato il Ct a VivoAzzurro Tv -. Ho accettato e non me ne pento, sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Mi sento un privilegiato, un uomo molto fortunato. Ho la possibilità di allenare la Nazionale italiana e penso che milioni di persone si vorrebbero trovare al mio posto. Ho tanta responsabilità, ma la responsabilità ce l’ho avuta anche all’età di dodici anni: quando sono andato a Perugia, stavo in una stanza e il pensiero era che non potevo tornare a casa, altrimenti avrei fallito. È da una vita che convivo con le pressioni, spero di dare il massimo e di regalare con i miei ragazzi una gioia all’Italia intera”.
Un bel cammino, fatto di sei partite, con cinque vittorie ed una sola sconfitta contro la Norvegia. Per l’Italia saranno per il terzo mondiale di fila, playoff. E Gattuso sa bene quanto siano importanti. “Sapevo di essermi preso una grande responsabilità e che non era facile, ma devo dire che nelle sei partite che abbiamo fatto, tranne nell’ultima in cui abbiamo sbagliato il secondo tempo, i giocatori hanno dato tutto. La squadra si è sempre fatta trovare pronta. Ho visto atteggiamenti molto positivi, mentalità positiva e grande senso di appartenenza. Ho trovato un gruppo di ragazzi che sta cercando di dare tutto quello che ha. Penso che si percepisca”.
Attese e speranze che si concentrano in due darte, quella del 26 marzo a Bergamo contro l’Irlanda del Nord in semifinale e poi il 31, superato il primo ostacolo, in casa della vincente tra Galles e Bosnia per ottenere il lasciapassare per l’America.
Quel biglietto aereo da staccare ad ogni costo dopo i fallimenti di Russia 2018 e Qatar 2022. Gattuso predica umiltà, ma soprattutto un passo alla volta. “Non dobbiamo commettere lo stesso errore di quattro anni fa con la Macedonia del Nord. Il calcio moderno dice che partite facili non esistono più, che un’avversaria può sempre metterti in difficoltà. L’importante è saper reagire, non andare in down se succede qualcosa di negativo, ma dare continuità per novanta minuti. Tra tre mesi ci giocheremo qualcosa di importante, tutta la nazione ci sta aspettando. Ci vuole tranquillità, dovremo arrivarci con la giusta mentalità e con l’amor proprio per il Paese che rappresentiamo e per questa maglia. Vediamo di farci trovare pronti per quello che ci aspetta”.
Attese, speranze che l’Italia del pallone custodisce sotto il suo albero, ma che potrà scartare solo all’inizio della primavera, quando dopo il freddo dell’inverno, si spera, dovrà riscaldare i cuore di tutti i tifosi. E il primo è proprio Gattuso.






