SUPERCOPPA ITALIANA

Inter per riscrivere la storia

Chivu a caccia della finale contro il Bologna: "Siamo consapevoli di quello che possiamo fare"

Nella foto: Cristian Chivu

Anoir Assou

Domani sera presso Al-Awwal Park Stadium di Riyad va in scena la semifinale di Supercoppa Italiana tra Bologna e Inter, antipasto di un torneo che con il nuovo format a quattro squadre cerca fascino e risposte. Questa sera ai nerazzurri il compito di provare a scrivere una storia diversa rispetto a dodici mesi fa. Il Bologna arriva in Arabia Saudita dopo la sconfitta di misura contro la Juventus in campionato, risultato che non scalfisce però l’identità costruita da Vincenzo Italiano: squadra organizzata, coraggiosa, capace di palleggiare e di difendere con ordine. L’Inter, invece, si presenta con il vento alle spalle di due vittorie consecutive in Serie A, contro Como e Genoa, e con due recuperi importanti come Hakan Çalhanoğlu e Matteo Darmian, pedine che ampliano le rotazioni e restituiscono equilibrio, nonostante la mancanza del turco sia stata ben colmata da un rinato Piotr Zielinski.

Il pensiero, inevitabilmente, corre alla scorsa edizione: una finale persa in modo doloroso, rimontati 3-2 dal Milan con il gol decisivo di Matteo Gabbia. Una ferita ancora aperta, che rende questa Supercoppa qualcosa di più di un trofeo invernale. Non un’ossessione, ma un’occasione di riscatto, magari con un epilogo diverso.

Alla vigilia hanno parlato Cristian Chivu e Alessandro Bastoni. Toni bassi, messaggi chiari. Chivu ha sottolineato come la presenza di Inter e Milan sia figlia del nuovo format e ha allontanato qualsiasi lettura personale: “Non sono a caccia di reputazione. Mi godo la nostra crescita della squadra. Dall’inizio della stagione ci siamo promessi di giocare ogni partita con voglia e ambizione. Visto che siamo qui, anche se forse non lo meritiamo visto che non abbiamo vinto nulla l’anno scorso, vogliamo giocarcela fino in fondo. Abbiamo la consapevolezza di quello che vogliamo e possiamo fare, solo così si costruiscono squadre con possibilità di vincere trofei. È un piacere e un onore allenare questo gruppo. Si sono messi in gioco nonostante difficoltà e qualche amarezza. È un gruppo unito, ha voglia da vendere. È affamato. Come staff abbiamo fatto di tutto per riportare fiducia, autostima, passione e gioia per questo gioco, che a volte è meraviglioso e a volte bastardo”.

Bologna avversario particolarmente difficile. “Sono una squadra scomoda non solo per noi, negli ultimi anni stanno mettendo in difficoltà tutti: hanno energia e il loro modo di fare può mandare in crisi chiunque”. Parole che spostano il peso dalla panchina al gruppo, confermando una comunicazione lucida e coerente.

Resta però un nodo da sciogliere: superare il tabù dei big match. Domani sera l’Inter è chiamata a dimostrare che la crescita passa anche da qui, contro un Bologna libero mentalmente e pronto a colpire. A Riyad non si gioca solo una semifinale: si misura la maturità di un progetto.