VERSO BOLOGNA-JUVE

Spalletti ci crede: “Stiamo crescendo, lo dimostreremo in campo”

Quella del Dall'Ara, crocevia della stagione. "Loro sono bravi, a noi il compito di renderli innocui"

Nella foto: Luciano Spalletti (foto Salvatore Fornelli=

Augusto Riccardi

E’ il crocevia della stagione. Le prossime due partite per dare un volto preciso alla Juventus: domani a Bologna poi la Roma in casa. Spalletti guarda subito al primo impegno, quello del Dall’Ara, complicato. “Fa piacere ancora una volta sentire la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per questo club. È chiaro che sta a noi dare sostanza e concretezza a questa passione, onorando il passato e costruendo un futuro ancora dello stesso livello o migliore, come ci ha detto John Elkann quando è venuto a trovarci. L’ho sentito e visto anche poche ore fa, ci siamo visti ieri: ogni tanto mi invia quelli che sono i suoi pensieri. Nel messaggio di oggi guarda al futuro, un pensiero che dobbiamo avere anche noi: quando fai parte di un club di questo livello, il tuo obiettivo è sempre il massimo del realizzabile”.

Bologna avversario scomodissimo. “Faccio i complimenti al Bologna, alla squadra e alla società, perché stanno mostrando grande qualità: è un gruppo che in campo vuole imporre il proprio gioco, non hanno paura di nulla. Ti indirizzano in spazi scelti da loro: per riuscire a metterli in difficoltà bisogna superare questi recinti, dobbiamo essere più forti e più abili di loro, per evitare che diventi una serata complicata. Italiano? È un allenatore capace, uno dei più forti che ci sono in Italia: ho detto a diverse squadre di prenderlo in panchina, apprezzo tanto il suo lavoro”.

Il tecnico crede nei suoi e nelle loro possibilità di espressione. “Dobbiamo fare dei passi in avanti nella continuità, nel riuscire a farlo e ad attaccare lo spazio per tutta la gara: per fare una partita da campioni bisogna stare dentro il cuore della squadra per 90 minuti, sempre vicini al pallone. Ci sono due tipi di gare nello stesso match: una parte a livello di squadra, l’altra invece è sotto l’aspetto individuale. Sappiamo che il singolo può fare la differenza, avere delle letture che possono fare il bene o il male della squadra. Il limite è quello del singolo, in cui non entra la tattica: possiamo permetterci qualche sbavatura, ma dobbiamo cercare di limitarle il più possibile. Nessuno mi convincerà che questi calciatori non sono bravi, anzi: sono convinto che questi limiti riusciremo a superarli. Ho accettato questo ruolo perché ci credo, faccio da anni questo lavoro e so che non è semplice: sono ossessionato dall’idea di poter modificare e migliorare questo gruppo, vedo ragazzi interessati e disponibili e per questo dialogo sempre con loro per trovare la chiave giusta”.