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“La Champions è la suite del calcio”

Spalletti parla chiaro alla vigilia della sfida contro lo Sporting Lisbona

Nella foto: Luciano Spalletti

Augusto Riccardi

Dopo l’esordio in campionato (2-1 a Cremona) per Luciano Spalletti alla guida della Juventus, arriva anche l’esordio Champions contro lo Sporting Lisbona. Sereno quan to basta, il tecnico entra subito nel merito della sfida di domani sera allo Stadium. “L’altra sera sono contento di aver fatto determinate scelte perché mi han restituito informazioni per continuare col lavoro. Con lo Sporting sarà una gara difficilissima e perché sa giocare a calcio. Sanno stare in campo e hanno un’idea di gioco ben precisa complicata però da codificare. Sono bravissimi a fare le sostituzioni dei ruoli. Poi hanno una grande qualità di palleggio sulla trequarti”.

Sulla vittoria di Cremona, non si prende nessun merito. “La vittoria di Cremona è merito solo della squadra, io non ci ho messo mano. I giocatori sono stati attenti alle richieste e le risposte dal campo sono state quelle che mi aspettavo. Sono stati sempre blocco-squadra. Non sono stati lunghi tranne in alcune situazioni. Abbiamo fatto delle ricomposizioni che possono essere riusate per il futuro. Ora abbiamo un allenamento in più, quello di oggi, e serve per aggiungere informazioni. Ma quello che mi fa piacere sono gli occhi con cui mi guardano. Questo per me è fondamentale e racconta la voglia dei calciatori e la disponibilità di voler far bene. Sono un buon gruppo dal punto di vista calcistico e umano”.

Spalletti è voluto tornare sul discorso scudetto. “Intanto ho parlato di lotta per lo scudetto e non di vittoria dello scudetto. C’è differenza. Dobbiamo confrontarci tutti i giorni con questo nome e questa storia che ci stimola a fare sempre di meglio. Finché la matematica non ce lo vieta, noi dobbiamo essere nelle condizioni di ambire a lottare per qualsiasi cosa. Parlando di slogan, non basta fino alla fine, ma oltre la fine”.

Contro i lusitani per brindare al prinmo successo dopo due pareggi ed una sconfitta. “La Champions è un privilegio. E’ la suite del calcio. Dobbiamo avere un’idea di cosa vuol dire essere squadra e dobbiamo proteggerla con una grandissima personalità. Dobbiamo avere il coraggio di scegliere quello che vogliamo fare. Uno può fare la scelta sbagliata, la scelta corretta o essere incerti. L’incertezza è peggio dell’errore. Giocare ogni tre giorni non può essere un alibi. Il calcio ora è questo. Non ci sono scappatoie. Bisogna andare dentro al campo ed essere curiosi di quello che troviamo”.

E lo scopriremo domani.