Gianfelice Facchetti, con il libro “Capitani”, edito da Piemme, si è aggiudicato il prestigioso Premio Sandro Ciotti, istituito quattro anni fa dal Panathlon Club Milano per celebrare i valori dello sport attraverso la cultura e la letteratura. L’opera di Gianfelice Facchetti, scelta dalla Giuria fra le 40 ammesse al Premio, ha prevalso su “Quasi gol: Storia sentimentale del calcio in tv” di Giorgio Simonelli che fra i primissimi ha studiato l’impatto del calcio in tv; e “K2: La montagna del mito” di Stefano Ardito con il racconto delle imprese, delle vittorie e delle tragedie che hanno avuto sullo sfondo il mitico e terribile K2.
A Filippo Galli la Giuria, presieduta dallo storico Sergio Giuntini, ha assegnato il Premio Respect 2024 con il suo libro “Il mio calcio eretico” che esprime i valori morali del Panathlon da trasmettere in particolare ai più giovani. Per un solo punto è rimasto fuori dal podio il libro di Riccardo Cucchi: “Un altro calcio è ancora possibile”.
Gianfelice Facchetti, attraverso una narrazione appassionata, ha inserito nel suo mosaico personaggi leggendari del calcio: da suo padre, l’indimenticabile Giacinto, ad Armando Picchi, dalla dinastia dei Maldini a Silvio Piola, da Franco Baresi e Gigi Riva a Javier Zanetti, da Roberto Baggio a Giancarlo Antognoni, da Francesco Totti ad Agostino Di Bartolomei, fino ai pionieri James Spensley, Luigi Barbesino, Franz Caìi e Virgilio Fossati. Un viaggio nella memoria calcistica che vuole risvegliare la speranza in nuovi grandi capitani. O più semplicemente, come ha detto Gianfelice: “È la storia di un tessuto che ad un certo punto appare sulla manica della maglia di un giocatore”. Già perché fino alla tragedia di Superga, che ha annientato il Grande Torino di Valentino Mazzola, i capitani c’erano, eccome se c’erano, ma non portavano al braccio la mitica fascia.
La cerimonia di premiazione s’è svolta presso l’Aula delle Lauree dell’Università Statale di Milano in via Conservatorio e ha visto un emozionante testa a testa, con gli ultimi voti che hanno incoronato Facchetti vincitore. Il presidente della giuria, Sergio Giuntini, ha introdotto il libro “Capitani” con un parallelismo suggestivo tra l’opera, i versi di Walt Whitman e il film “L’attimo fuggente”, sottolineando come i capitani rappresentino “miti, esempi e bandiere”, figure sempre più rare nel panorama sportivo odierno.
Perché il Premio è stato intitolato a Sandro Ciotti? “Perché Sandro – ha spiegato Filippo Grassia, Past President del Panathlon Club Milano, che ha ideato questo riconoscimento – ha segnato un’epoca a Radio Rai e alla Domenica Sportiva con il suo lessico meraviglioso e la passionale competenza, divenendo un modello per i colleghi e un punto di riferimento per i radioteleascoltatori”.
La giuria, composta da esperti del mondo dello sport, del giornalismo e della cultura, ha una lunga tradizione di riconoscimenti a opere di grande valore, consolidando il Premio Sandro Ciotti come un importante appuntamento nel panorama culturale sportivo italiano.