Augusto Riccardi
Come una settimana fa contro il Bologna, la Juve riprende il Venezia al quarto minuto di recupero grazie ad un calcio di rigore di Vlahovic. Sembrava essere stata la svolta la vittoria sul ManCity in Champions, ma la Juve è tornata all’affezionata “pareggite”. Contro i lagunari, il quarto di fila al termine di una partita rocambolesca. Mastica invece amaro Eusebio Di Francesco, anche stavolta andando ad un nulla dal colpo grosso che per il Venezia avrebbe significato tanto. Sblocca Gatti con una zampata vincente da due passi dopo una torre di Thuram. Ma il Venezia è vivo e prima dell’intervallo sfiora il pari.
Nella ripresa subito rete annullata a Yildiz per un precedente fallo di mano. La Juve si spegne e sale in cattedra il Venezia con Ellertsson che anticipa di testa Savona dopo un cross di Zampano. La partita si sblocca e a crederci di più è proprio la formazione ospite che ribatte colpo su colpo e a sette dalla fine, i neroverdi la ribaltano con Gatti che nel tentativo di anticipare Altare, devia nella propria rete una punizione di Nicolussi Caviglia. Quattro di recupero, Juve ventre a terra, e Venezia che si difende coi denti. All’ultimo secondo del recuperio, l’episodio che cambia anche questa partita. Candela tocca in area con il braccio una palla calciata da Conceiçao. Inevitabile il rigore: dal dischetto Vlahovic, freddo, palla da una parte, Stankovic dall’altra. E’ il 2-2 finale che allontana l’incubo della sconfitta interna, ma non le nubi che si addensano sul cielo juventino. Rabbia, e pure tanta, per il Venezia che a pochi secondi dal fischio finale, ha visto svanire il sogno del colpo grosso che che avrebbe significato tantissimo per i neroverdi.