Robert Vignola
Il Bologna segna il suo primo gol in Champions, ma per la festa non basta: a passare è il Lille, sempre in controllo di una partita nella quale Vincenzo Italiano non mette nulla di suo per coprire il gap di organico tra le due squadre.
L’avvio è da fiato sospeso. David fa capire subito perché è tanto seguito: chiuso al limite, si gira e fa partire un sinistro che fischia sulla schiena del secondo palo. Sul ribaltamento di fronte Orsolini manda Dallinga nello spazio, l’olandese vola e supera Chevalier in diagonale, ma ancora una volta il gol gli viene annullato per off side. Il Bologna si conferma troppo morbido sui corner: Alexsandro svetta e colpisce in pieno il palo. Dopo un quarto d’ora così, la partita si addormenta un po’: Orsolini da una parte e Gudmundsson dall’altra tirano stracci senza convinzione verso la porta avversaria. Il gioco si trascina, il Lille lascia ai rossoblù il pallino del gioco ma ne esce solo un tiro centrale di Fabbian. In compenso la squadra si scopre e Fernandez Pardo arriva fin davanti a Skorupski che, con l’aiuto di Beukema, ne viene a capo. Ma la frittata è dietro l’angolo: Posch tira una pallonata a Beukema, ne approfitta David che mette in mezzo e Mukau (seppure tirando in due tempi) riesce a segnare poco prima di andare all’intervallo.
Dagli spogliatoi esce un Bologna frastornato, Ndoye perde palla e quasi Fernandez Pardo ne approfitta per il raddoppio, anche Gudmunsson rischia di banchettare ma arriva stanco al momento del tiro. La palla del pari l’avrebbe Dallinga, ma il colpo di testa sul cross di Freuler è davvero da dimenticare. Eppure il gol arriva: Lykogiannis da punizione pennella una bella parabola e sul primo palo irrompe Lucumì. Ma secondo un cliché già troppe volte visto in stagione, il Bologna ne prende subito un altro: Fernandez Pardo ha gioco facile ad arrivare sul fondo e trovare Mukau libero in area, 1-2 Lille. I cambi di Italiano? Arrivano a frittata fatta: Miranda per Lykogiannis, Odgaard per Orsolini. Skorupski intanto deve fare gli straordinari per tenere in vita la partita, su Fernandez Pardo e Sahraoui, più tardi su Bouaddi. Dalla panchina l’ordine è “tutto per tutto”: Fabbian lascia il posto a Castro per un 4-2-4. Ferguson migliora almeno le statistiche con un tiro in porta, piuttosto centrale. Iling-Junior e Holm danno il cambio per gli ultimi minuti a Ndoye e a Posch, tra i peggiori di serata. Il risultato tuttavia resta quello.