Bologna ultima spiaggia

Stefano Sale *

Rassegnazione. La faccia di Ivan Juric e la voce di Gianluca Mancini a confermare quello che era già risaputo ma che si continuava a negare. Siamo ai titoli di coda. Lo si era capito da un pezzo. Un prolungamento inutile di una agonia, inspiegabile per certi versi. La Roma è una squadra triste, orfana di Daniele De Rossi. Lo disse anche Juric al suo arrivo. La squadra non si è più rialzata nonostante gli sforzi. Tanti equivoci tecnico, tattici e gestionali. Senza una società dietro, senza dirigenti, senza un punto di riferimento. Una stagione compromessa ad ottobre non si era mai visto. Un marasma generale. Ingiustificabile. 

Il povero Juric è il tipico supplente che già dal primo giorno in classe gli alunni non se lo filano perchè affezionati alla vecchia maestra, sapendo che tanto andrà via. Ma lui, maestro a tempo, cerca di tenersi il posticino di lavoro il più possibile cercando di giustificare e coprire tutte le marachelle. Fino a questo ennesimo scempio contro il modestissimo Union St. Gilloise. Dopo la vergogna vista al Bentegodi qualche giorno fa. Putroppo la Roma in questo momento è a questi livelli e non riesce ad esprimersi nemmeno contro queste squadrette. Gioca un calcio approssimativo fatto di strafalcioni appartenenti a questa categoria. Con la differenza che i nostri sono giocatori strapagati!  

A differenza del post-partita di Verona, con il Var anche protagonista, Juric non ha difeso la squadra ad oltranza e non ha parlato di “grandi prestazioni”. Volto scuro e dichiarazioni a sottilineare il brutto stato negativo, con Mancio che fa capire che la squadra non recepisce i dettami del tecnico. Si è capito che arrivata l’ora di cambiare di nuovo. Ma chi è pronto a raccogliere le macerie con un contratto a tempo, con i Friedkin alle Maldive, senza dirigenti e senza uno straccio di programmazione?  Parleranno con gli algoritmi? Bologna o morte. Sempre Forza Roma.

*Roma Club Dublino, tifoso Roma