Secondo scontro d’alta quota per il Napoli che domenica riceve al Maradona l’Atalanta. Innegabile che per la capolista, dopo il colpo di San Siro contro il Milan, quello contra la Dea sia un nuovo esame nella corsa al titolo, anche se Conte fa spallucce. “Non so se sia una sfida da scudetto, per me non è un problema ed eventualmente lo lascio dire a voi, di sicuro è una sfida tra chi vuole andare in Europa e loro già la giocano quest’anno. Sono l’esempio perfetto perché negli anni hanno sempre messo mattoni costruendo. Non dimentichiamo che da qui sono partiti giocatori importanti e sono stati sostituiti adeguatamente. Il nostro obiettivo è tornare in Europa, facendolo dalla porta principale. Il primo pensiero è segnare, il secondo non subire: ma sarà un test probante, ho rotto le scatole ai miei per fargli capire alcune situazioni”.Â
Per il tecnico azzurro, una sfida contro una formazione che da anni rappresenta un punto fermo, in Italia come in Europa. “L’Atalanta è una squadra forte che l’anno scorso ha vinto l’Europa League, va annoverata tra le forti. Li ho visti con l’Arsenal, bisogna fargli i complimenti. Un merito va dato a Gasperini, che in questi anni ha fatto un lavoro straordinario e che stimo. È stato mio allenatore quando, da infortunato, chiedevo di giocare in Primavera (alla Juve, ndr). L’Atalanta è una realtà , dovremo stare attenti e non sottovalutarli. Hanno una struttura da Champions, chi non fa le coppe può essere avvantaggiato ma la nostra struttura è diversa da chi gioca la Champions. Magari, pensando all’anno scorso, saranno loro a sottovalutare il Napoli”.
Due gli aspetti che finora sono emersi di questo Napoli, sempre più vicino al Conte pensiero e soprattutto una squadra con una difesa ermetica che prende pochi gol. “Siamo ancora a lavori in corso, non può dire di aver già trasmesso tutto in soli quattro mesi. La rosa è disponibile e vuole migliorare, diamogliene merito. Questo ha accelerato il percorso ma ribadisco il concetto: il percorso va fatto senza fare salti multipli, se no cadono la teoria del lavoro e della costruzione. Tappiamoci le orecchi e lavoriamo, siamo in un momento positivo ma potrà essercene anche uno negativo: in quel caso non dovremo discostarci dal percorso, anzi dovrà aumentare la nostra voglia. Quanto alla difesa, ricordo che alla presentazione ricordai che l’anno scorso il Napoli aveva subito 48 gol ma non bisognava dare la colpa ai difensori o al portiere, è una questione di fase difensiva. Oggi se ne subiamo pochi ma non è solo merito della difesa come non è solo merito degli attaccanti quando facciamo gol. Sarà un test probante a livello difensivo visto che l’Atalanta ha il miglior attacco”.
La parola scudetto non lo impressiona, ma guai a parlare di un eventuale miracolo. “Sono credente e praticante, i miracoli calcistici in passato ci sono stati ma li fa solo una persona. Io prego sempre e nelle mie preghiere ci sono i calciatori affinché stiano bene, dico sinceramente. Poi si dice sempre che Dio vede e provvede, questo è fuori di dubbio. Noi dobbiamo solo pensare a lavorare per cercare di creare qualcosa di bello che in un campionato può dare più punti, senza sbagliare”.
Tanto entusiasmo attorno agli azzurri, per Conte qualcosa di positivo. “L’entusiasmo deve essere benzina, qualcosa di positivo: sarò l’ultimo a spegnerlo. Voglio che i tifosi vedano attaccamento, voglio che siano orgogliosi al di là del risultato. Realisticamente dico che abbiamo iniziato un percorso per dare qualcosa di stabile al Napoli”.
E allora andiamo con questo secondo test dopo quello superato contro il Milan. A fari spenti, ma con la consapevolezza di non essere inferiori a nessuno.