Il pesce puzza dalla testa

Stefano Sale *

Non è colpa di Juric. Come non era colpa di De Rossi. E tantomeno di Mourinho. Il pesce puzza sempre dalla testa. È un involuzione che parte da lontano, lo specchio di una società che dalla notte di Budapest ha cambiato faccia, che ti ha voltato le spalle, che adesso caccia tanto per cacciare, con una dirigenza assente, che non pianifica, che manda allo sbaraglio un povero pesce fuor d’acqua. Non è una questione tecnica o tattica, non è il campo sintentico, e non è un semplice epidodio negativo. Cosa sancisce l’ennesima figuraccia contro una squadra modesta che vale la metà del Venezia, che tutta la rosa vale il costo di Le Fee, ovvero 23 milioni? Ne usciamo fuori svuotati per un atteggiamento poco professionale della squadra, un brutto spettacolo per una competizione che dovrebbe essere nostra. Nonostante un mercato da 100 milioni. Come col Venezia, tanti passaggi in orizzontale, lenta e monopasso, nessuno che si propone, poca qualità sottoporta. Ma l’allenatore vede tante cose positive. Un ricambio di favore alle carezze della squadra? 

Eravamo partiti bene, ora torniamo indietro. Squadra costruita per cosa non si sa, è tutto un grande equivoco. Con i titolari o con i rincalzi. Non c’è amalgama, senza terzini, non arrivano palloni a Dobvik. La speranza è che col tempo si veda la mano dell’allenatore. L’impegno c’è, ma la squadra ha dei limiti clamorosi, prende imbucate da chiunque, che a volte si salva per delle impennate. Ma è ora di svegliarsi dal torpore. Scrollarsi dalla psicologia della tristezza. Stiamo perdendo il treno. Ripartire subito. Partita per partita. A Monza devi vincere. Punto. 

•Roma Club Dublino, tifoso Roma

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