Mbappè abbraccia il Real: “Un sogno che s’avvera”

Nella foto: presentazione Kylian Mbappe al Bernabeu (foto Panoramic/Image Sport)

Carlo Bianchi

Gli imperatori romani una volta venivano osannati nel Colosseo acquistando potere sul popolo dandogli in pasto ludicità di vario tipo che pare si meritassero. Sono passati due millenni ed oggi sono i Presidenti che amano gli osanna alzando il loro braccio come si usava fare nell’antica Roma per salutare i propri soldati. Salvo poi abbassarlo in segno di perdono. Ma cosa si devono far perdonare i tifosi madridisti accorsi in massa (biglietti esauriti da tempo e più di 80.000 persone) per salutare il loro nuovo idolo? Troppo facile essere tifosi dell’entità blanca, un club al passo coi tempi e che grazie alla propria solidità finanziaria può permettersi il lusso di ingaggiare il giocatore più famoso. Alla firma pagamento della clausola di 125 milioni garantendogli un contratto annuale per cinque anni da 15 netti. Una due giorni questa nella capitale che ha visto prima esultare per la vittoria pomeridiana di Alcaraz a Wimbledon, poi in serata quella della Roja nella eurofinale di Berlino, passando poi alle celebrazioni di Lunedì alla fonte de La Cibeles fino ad arrivare alla presentazione di oggi. Maestro di ceremonia un tal Florentino Pérez (da tempo eletto imperatore a vita) accompagnato dal Presidente Onorario, un tal José Martínez Sánchez, in arte Pirri, con al suo fianco l’altra icona franco-madridista, quel Zinedine Zidane presentatosi con un improponibile completo estivo tipo sanculotto. Kylian nel puro stile Ronaldo nel mezzo del Bernabéu sfila su un Blue Carpet fino al palco dove pronuncia le sue prime frasi di ringraziamento in perfetto spagnolo. Ripete fino alla noia di essere orgoglioso di trovarsi qui, ringrazia i tifosi accorsi numerosi sperticandosi negli elogi per tutti coloro che hanno facilitato la sua decisione.

Nella conferenza stampa che segue e della durata di quasi un’ora, il francese risponde alla varie domande che gli vengono poste in rapida sequenza. Mpappé attacca ed afferma: “Ho finalmente raggiunto il sogno da bambino e fino a quando Zidane mi invitò a visitare la Ciudad Deportiva”. Incalza dicendo: “Fin da piccolo il mio obiettivo e futuro sarebbe stato nel club più prestigioso del mondo e proprio per questo mi sono messo a studiare lo spagnolo fino dai primi anni di scuola. Lo so che non è perfetto ma sono pronto ad ascoltare chiunque mi riprenda per migliorarlo”. Circa la preferenza per giocare con qualche attaccante in particolare dice: “Non ho preferenze, inizialmente giostrerò da punta centrale anche se nelle mie esperienze sia al Monaco che al Paris ho ricoperto vari ruoli in attacco. Non so quanti gol farò o quanti assist ma evidentemente cercherò di farne il maggior numero possibile”

Sulla sua decisione di venire al Real Madrid ribadisce: “Molte squadre mi hanno cercato ma io ho sempre pensato che nel caso fossi uscito dalla Francia l’unico destino sarebbestato il Real Madrid”. La scelta iniziale del numero per lui non è un problema: “Ho scelto il nove come fece Ronaldo all’inizio anche perché il 10 è occupato da Modric, un pallone d’oro. Non ho problemi, posso giocare con qualsiasi numero anche con il 42, l’importante è farlo bene”. Sulla sua fluidità d’idioma ammette: “Ho avuto buoni maestri al Paris come Luis Enrique e Pochettino”. Infine alla domanda se questo sogno lo abbia fatto dormire alla vigilia, ammette: “Questa notte avrò dormito un’ora e sono sempre stato con gli occhi bene aperti pensando a cosa sarei andato incontro stamani. Mai comunque mi sarei aspettato un’accoglienza di questo tipo da tifosi che neppure mi hanno visto giocare un minuto con questa maglia. Il tutto ha dell’incredibile”. E’ cominciata l’era Mbappé ma da queste parti ci hanno fatto il callo.

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