Domani Svizzera-Italia. Spalletti: “Ora alziamo il livello”

Nella foto: Luciano Spalletti - Credit Uefa - (Photo by Luciano Lima - UEFA/UEFA via Getty Images)

Massimo Ciccognani

BERLINO L’Italia torna sul luogo della gloria, quell’Olympiastadion che il 9 luglio del 2009 laureò gli azzurri Campioni del Mondo. Ricordi indelebili che Buffon, oggi capo delegazione azzurra ha fatto rivivere agli azzurri di oggi. E Luciano Spalletti, in conferenza, parte proprio da quella notte del 2006. “Al di là del fatto che tutti si ricordano di quel momento, noi sul pullman avevamo Buffon che ha parlato di quella finale a tutti e ci ha fatto rivivere quella emozione che noi a quei tempi abbiamo vissuto da casa. Abbiamo anche questo confronto da onorare, dobbiamo essere al livello di questo confronto che i giocatori hanno portato a casa. Lo sa che ci sono tifosi dell’Italia anche in Brasile? E’ una responsabilità maggiore sapere che abbiamo tifosi in tutto il mondo, anche in Brasile. Anche se contro Albania e Croazia eravamo in minoranza dentro lo stadio, sapevamo di avere tutti i tifosi e tutto il nostro pubblico davanti alla televisioni. Questo affetto si percepisce lo stesso, anche se non sono presenti”.

Domani c’è la Svizzera, e ricordi poco piacevoli. E voglia di rivalsa. “Si vanno a prendere tutti gli spunti che possono determinare un po’ di reazione, un po’ di stimoli. Poi lo stadio, il ricordo di quella finale e Buffon che ci racconta duemila cose. Siamo vogliosi di determinare tutto il meglio possibile per il nostro popolo, per i nostri tifosi. E’ chiaro che c’è da vedere dentro la partita reale se si recepiscono tutte queste cose oppure no. Noi siamo lì apposta, ascoltiamo più cose possibili dai nostri calciatori e cerchiamo di dar loro quanti più stimoli è possibile perché aggiungendo cose giorno dopo giorno può scattare il click quando meno te l’aspetti. La gara di domani sarà lo step successivo, vedremo se sarà questo il momento per raccogliere tutta questa serietà e tutto questo impegno che abbiamo messo a disposizione”.

Massimo rispetto per gli elvetici che hanno messo in grandissima difficoltà la Germania. “Yakin è molto bravo, la Svizzera è una squadra che sta bene in campo e ha fatto vedere contro la Germania le sue qualità. Per quello che abbiamo visto e per quella che è la conoscenza diretta, sappiamo che ha qualità e forza. Xhaka è un giocatore importante a livello internazionale. Però sono tutte cose che fanno parte del livello e del calcio che noi possiamo esibire”.

Dopo la fase a gironi, serve il salto di qualità. “Secondo me dobbiamo fare qualcosa di meglio rispetto a quanto fatto finora. Avevamo questa qualificazione che si sentiva moltissimo, era stato un sorteggio difficile e i calciatori l’hanno un po’ subito, come probabilmente l’ho subito anche io. Ora mi aspetto di vederli più sciolti, anche perché la considerazione va subito allo scontro diretto. Non puoi andare a ragionare, a fare calcoli, a fare quelle valutazioni che a volte ti condizionano sulla prestazione, devi per forza agire. Si va al turno successivo se si vince questa partita”.

Determinante sarà l’atteggiamento. “Noi non siamo stati ancora capaci di esprimere il livello che possiamo esprimere: in alcuni momenti sì, ma poi non siamo riusciti a mantenerlo nel tempo. Questa qualificazione arrivata all’ultimo secondo, che però secondo me è meritata, deve comunque farci pensare che non possiamo permetterci quei cali di tensione come li abbiamo avuto all’inizio dei secondi tempi, in dei momenti delle partite. Il fatto di essere ormai dentro il cuore della competizione perché ti sei qualificato ti dà quel livello che devi esibire sempre perché non c’è alternativa. A livello psicologico e di personalità mi aspetto un po’ di più rispetto a ciò che fin qui siamo riusciti a far vedere”.

Sulla formazione ancora qualche dubbio. “Bastoni va visto domani, Dimarco non ci sarà. Bastoni ha riavuto qualche linea di febbre, l’abbiamo messo apposto e oggi stava molto meglio. C’è da vedere stanotte che risposta arriverà. Al posto di Calafiori gioca Mancini, ha quella esperienza corretta e in questo caso qui voglio giocare con un destro a destra e un mancino a sinistra. Preferisco così. Scamacca? Lui il gol lo può fare in qualsiasi momento, ha quella qualità e quell’estro, quei guizzi che ti sbranano. Fa più fatica a essere collegato nei comportamenti con la squadra. Scherzando con lui l’avevo definito pigro, poi se n’è riparlato e lui è rimasto molto divertito da questa cosa. Deve restare sempre legato e nelle condizioni di ricevere. Perché poi i metri li fa, quando si guardano i satellitari il suo lavoro lo porta a casa, ma non sempre nel modo giusto e questo lo penalizza un po’. Però poi ha un estro e una forza, un tiro che faccio fatica a trovarne un altro così bravo tra quelli che ho allenato. A volte se sono dietro la porta quando calcia si fa fatica a scansarsi. Gioca domani? E’ da vedere, è l’unico dubbio che ho. Però poi ci sono da fare altre valutazioni, ma non ci sarà uno che resterà fuori tra Scamacca e Retegui, danno entrambi grosse soluzioni e c’è solo da capire chi far giocare prima e chi dopo”.

E allora, andiamo a cominciare. Facciamola questa Italia.

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