Massimo Ciccognani
GELSENKIRKEN E’ la partita crocevia del Gruppo B, che potrebbe anche non cambiare nulla in fatto di qualificazione agli ottavi, ma molto dal punto di vista dell’autostima. Domani alla Veltins-Arena di Gelsenkirchen c’è Spagna-Italia. Spalletti sa bene che quella di domani è la partita, per ora, più importante da che guida la Nazionale. “E’ una delle gare più importanti della mia carriera, ne ho passata già qualcuna e questa è da mettere a quel livello lì. Tutti abbiamo storie da raccontare e questa è una di quelle partite che può determinare certe storie”.
Davanti una Spagna che da anni recita un ruolo importante in Europa. “La Spagna è diventata la Spagna perché ha fatto sempre lo stesso calcio, è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e disponibilità da parte dei calciatori. Siccome a volte si parla di calcio internazionale, si parla di confronto con scuole di calcio più definite della nostra, dico che per arrivare a quei livelli lì bisogna fare come hanno fatto loro, cadenzati nel riproporre sempre la stessa idea di calcio. Ci sarà sempre il tentativo di fare la partita. Loro hanno tutto da un punto di vista di qualità individuali, di caratteristiche di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione e sono curioso di vedere quando loro ci verranno addosso quali saranno le nostre scelte. Secondo me con la Croazia hanno vinto perché loro picchiano sempre allo stesso modo e appena la Croazia ha avuto delle pause loro sono entrati dentro. Dobbiamo esser bravi a mantenere sempre lo stesso livello, reazioni più veloci e metterci comunque dentro la qualità per togliergli la possibilità di portarti in giro per il campo”.
Spalletti cita Giorgio Armani per identificare il suo calcio. “Noi siamo vestiti da Giorgio Armani e lui è conosciuto in tutto il mondo, si va lì con lo stesso abito cercando di essere gli stessi. Dobbiamo mantenere quella voglia matta di fare la partita contro una delle scuole calcio più forti al mondo. Quello che non si vuole avere sono i rimpianti per non aver fatto le nostre cose: sarà più difficoltoso, sicuramente, ma si andrà lì vestiti bene e pronti a sporcarci gli abiti se ce ne fosse bisogno”.
Il calcio spagnolo lo affascina e sa già da cosa guardarsi domani. “E’ un calcio che mi piace molto quello che fa la Spagna, di conseguenza si vanno a prendere delle cose, si vanno ad analizzare delle cose. E’ un calcio molto offensivo, tengono sempre molti uomini alti e noi dobbiamo trovare quello libero in poco tempo. Il miglior calcio quello spagnolo? Sicuramente uni dei migliori ma non siete gli unici. Noi sicuramente abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti. Di questa partita mi preoccupa di più il livello di calcio che dobbiamo proporre noi, la chiave che apre la porta della possibilità di vittoria è il nostro calcio. Sono più attento a questa situazione, poi è chiaro che a volte bisognerà esser bravi anche a subirla la qualità della Spagna, ma le intenzioni devono essere quelle giuste. Abbiamo grande rispetto per la storia e la qualità della Spagna, ma non devono pensarsi più forti di quello che è perché altrimenti sarebbe un errore. Noi abbiamo le nostre possibilità di giocare la partita, noi proveremo a fare quello”.
I timori nel leggere i nomi degli avversari, sono molti, una squadra non diversa da quella che ha dettato legge tra il 2008 e il 2012. “Secondo me si somigliano molto, dipende un po’ anche da chi gioca prima punta. Morata è quello più bravo ad attaccare la profondità, Morata non è pigro. Fa numeri per ciò che riguarda i metri totali e la velocità incredibili, un calciatore così ti attacca la profondità più volte. Yamal uguale, ribalta continuamente l’azione e infatti una delle difficoltà che avremo saranno le preventive sulle loro ripartenze. A campo aperto sono micidiali e bisogna vedere se ci riusciremo”.
Su che partita impostare, Luciano non ha dubbi. “Li dobbiamo pressare e pressare forte, perché poi nei tempi più corti c’è la possibilità di giocare più puliti e alla Spagna gli devi dare fretta. Il tentativo è quello lì, noi non si può giocare in ripartenza e basta. Loro hanno Rodri che lo puoi mettere da qualsiasi parte e riesce a fare sempre la differenza, può fare il quinto difensore. Mentre a Jorginho non puoi far fare quel lavoro lì da quinto difensore. Ci vuole scocca, ci vuole fisico, lui è un calciatore più da qualità. Si cerca di mettere dentro tutte queste notizie per tirar fuori una prestazione che s’è scelto e si vuol fare”.
Spagna e Italia si affrontano domani per l’undicesima volta, una sorte di derby d’Europa. “Per me sono tutti derby: quando gioco un Europeo sono tutte finali, tutti derby, tutte partite che non mi ricapiteranno più. Ci do il massimo dell’attenzione. Noi tenteremo di rifare la stessa partita giocata con l’Albania, vogliamo andare a misurarci contro una squadra forte per vedere il nostro livello di calcio contro una delle più forti che ci sono. Abbiamo sempre tentato di fare così. Anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo tentato di fare questo, un calcio propositivo fatto di possesso palla, se si dà in mano il pallone agli avversari si esce male da questa gare qui. Proveremo a fare la nostra partita e vedremo se siamo così bravi oppure no contro una delle squadre più riconoscibili”.
Sulla formazione, rivela nulla, anche se le idee sono chiarissime. “Questa volta la formazione la dico domani, non la dico il giorno prima perché anche degli altri non mi è arrivata alcuna notizia su chi gioca. Rigoristi? Secondo me ne abbiamo più di uno, Scamacca, Retegui, Barella, Dimarco, poi secondo me li sanno battere anche Calafiori e Jorginho. Il rigorista è uno di questi qui, perché poi quando si va lì sul dischetto se ne dicono uno-due, chi non se la sente deve avere sempre quello di scorta”.
L’appuntamento è segnato, domani sera alle 21. Vediamo di che pasta siamo fatti.