Avanti Danielino, si può fare

Stefano Sale *

Una Roma roboante. Dopo aver rifilato quattro gol al Monza del prodigio Palladino, De Rossi ne fa altri quattro al Brighton del genio De Zerbi. Scherzi a parte, queste sono due vittorie pesanti e convicenti, di ben altro spessore rispetto a Verona, Salernitana, Cagliari, Frosinone e Torino. In mezzo ci metto il primo tempo con l’Inter ed i due pareggi col Feyenoord, con l’esultanza finale ai rigori. Risultati positivi arrivati con buone prestazioni ma anche con errori e sofferenze. Ed un po’ di fortuna in qualche partita, come rimarcato dallo stesso Daniele. Nonostante le vittorie comunque la posizione in classifica rimane quella, a ridosso del quarto posto. A Natale dopo aver battuto il Napoli la Roma era a -1. A metà gennaio, dopo la sconfitta col Milan, con Mourinho esonerato, la Roma era a -4. Siamo sempre li, insomma. Ma adesso, dopo un rodaggio di 50 giorni la Roma di DDR prende forma e sostanza, un lavoro psico-mentale che ha rimesso in pista giocatori infortunati, fuori forma ma anche quelli che erano sgonfi e appannati. Emblematico il ritorno di Pellegrini ai suoi livelli dopo sei mesi in letargo. Le prestazioni contro il Monza ed il Brighton hanno comunque messo in evidenza un gioco che ha saputo imporre superiorità anche a specchio con lo stesso avversario. De Rossi, Palladino e De Zerbi sono tecnici simili per modulo ed approccio propositivo, ma in entrambi i casi Daniele ha prevalso per una maggiore duttilità, ha concesso poco ad entrambi per una migliore fase difensiva, oltrechè ad avere a disposizione una migliore qualità. Ieri sera tutti molto bravi. A parte i soliti Lukaku e Dybala, Lorenzo, Cristante o Mancini, ottima la partita di Celik, Spinazzola, El Sharaawy e Paredes. Quindi, quale è il segreto? Daniele non sbaglia nulla a livello di comunicazione, dentro e fuori dal campo, trasmette posività all’ambiente  carica i suoi giocatori, li fa sentire importanti, ed ha ridato una certa convinzione anche a chi l’aveva persa. Ma facciamo un passo indietro. Questi sono gli stessi metodi che hanno fatto la fortuna di Josè Mourinho, che ha vinto dovunque è andato. La difesa del gruppo, fare da scudo a proteggere i suoi giocatori, i suoi fedelissimi, leader che davano il sangue per il suo condottiero. Penso a campioni tipo John Terry, Drogba, Lampard, Ibra, Etoo o Materazzi, ma anche recentemente qui, adorato da Matic, Pellegrini, Mancini, Lukaku e Dybala. Evidentemente negli ultimi mesi qualcosa era cambiato, rosa risicata, giocatori infortunati, risultati alterni, bambini primavera invece di acquisti, mugugni del tecnico, la squadra che non lo segue più.  Lo scempio del derby. Ammutinamento. Sapendo che sarebbe arrivato Daniele, un amico per loro, un parafulmine per i Friedkin, ma non per noi. Grazie Mister. Avanti Danielino.

*Roma club Dublino, tifoso Roma

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