Spalletti eclusivo: “In Germania per ribadire che siamo l’Italia

Nella foto: il Ct azzurro Luciano Spalletti - Credit Uefa - (Photo by Lars Baron - UEFA/UEFA via Getty Images)

Massimo Ciccognani

LONDRA Di solito ci si ricorda di chi vince, ma è innegabile che il podio di Luciano Spalletti a Londra vale tantissimo, quanto una vittoria, certificato poi dalle parole di Pep Guardiola che sul palco ha esaltato l’ex tecnico del Napoli per la qualità del gioco espresso. Luciano sorride perché sa di aver fatto una cosa grandissima. “Guardiola è uno che viene riconosciuto il migliore da tutti non solo per il calcio giocato e le vittorie che ha fatto, ma per quello che è il suo livello, per la sua cultura, riesce ad essere carino con tutti. Sono parole che mi fanno grandissimo piacere e naturalmente da parte mia dico giusto che abbia vinto lui per tutto quello che ho detto prima. Essere qui per me è una vittoria, essere su questo podio con due allenatori di questo genere, un orgoglio per il calcio italiano essere in due allanatori in questo premio vicino al migliore del mondo e poi sono soddisfatto perché viene riconosciuto ai miei calciatori, quelli del Napoli, il calcio che hanno fatto lo scorso anno. Per loro avrò sempre la massima ammirazione, perché so quello che mi hanno dato e gli auguro i migliori successi in futuro”.

Dal palco al campo. E a proposito di Napoli, c’è Supercoppa: come la guarda il Ct della Nazionale “La guardo con un po’ di affetto, perché per me Napoli è stato qualcosa di particolare. A loro voglio bene e guardando le partite questo un po’ lo subisco. Però poi bisogna che mi distacchi dalle situazioni sentimentali perché poi devo riuscire a creare una Nazionale forte al di là di quello che sono i calciatori del Napoli”.

Adesso c’è da preparare un Europeo. Come va avanti il lavoro? “Io posso far uso di tanti collaboratori. la federazione ha una rete di osservatori che mi mette a disposizione tutto, abbiamo delle Nazionali giovanili molto forti con calciatori giovani che spingono e quindi bisogna essere bravi a saper riconoscere quelle che sono le qualità che abbiamo a disposizione per farli crescere”.

C’è da ribadire il ruolo internazionale dell’Italia ai prossimi europei in Germania. Quanto sarà importante fare risultato per ribadire quel ruolo. “Bisogna riabituarci a giocare ogni due anni, l’abbiamo perso questo bel vizio e ritrovare quella cadenza (riferimento a europei e mondiali, ndr) e siccome questa competizione siamo quelli che l’hanno vinta, non possiamo tirarci indietro. Dobbiamo aspirare al massimo anche se sarà difficilissimo, però le intenzioni devono essere belle chiare”.

Primi mesi da Ct, sta andando come se lo aspettava? “Sta andando come me lo aspettavo perché poi ci siamo qualificati anche se a fatica però in maniera molto meritata e poi abbiamo trovato un avversario come l’Ucraina che ha fatto un buon calcio e dei risultati importanti, per cui c’era da arrivare all’ultima partita e portarla a casa. E ora c’è da lavorare in maniera migliore di quello che abbiamo fatto perché lì effettivamente, siamo arrivati un po’ lunghi, perché per quella che è la nostra qualità e la nostra forza, alcune situazioni le dobbiamo risolvere più facilmente”.