Massimo Ciccognani
LONDRA Stasera a Wembley, c’è Inghilterra-Italia, dipinto come il derby d’Europa. Ed è stato proprio questo il titolo dell’evento che si è svolto questa mattina presso l’ambasciata italiana a Londra, al numero 4 di Grosvenor Square. Tra gli ospiti, il presidente della federcalcio Gabriele Gravina che ha ripercorso, insieme ai tanti ospiti, le grandi emozioni della vittoria azzurra a Euro 2020 nella finale di Wembley dell’11 luglio 2021 proprio contro l’Inghilterra. “Ricordo l’entusiasmo di tutto il nostro paese per la vittoria dell’Europeo – la parole di Gravina -. Oggi siamo di nuovo qui a Londra, ma sarà una partita difficile contro l’Inghilterra: quella dell’11 luglio è stata una notte capolavoro. Sappiamo che quella di oggi sarà una gara difficile e che i successi aiutano la progettualità. Stiamo cercando di diffondere il rinascimento sportivo, al di là del risultato finale è sempre importante la strada che si percorre. Quell’entusiasmo ha facilitato l’attuazione di tutta una serie di progetti e rimane l’impresa sportiva storica. Venivamo da due anni di pandemia, avevamo perso le relazioni umane e le abbiamo riconquistato grazie a una serata memorabile. Quella vittoria ha lasciato il segno in tutte le sue modalità: la conserviamo, è una vittoria che comunque ha dei connotati fondamentali. Non dobbiamo dimenticare che quella squadra normale diventata speciale durante il campionato europeo e la sua fase di preparazione. Quella squadra ha conquistato 37 risultati utili consecutivi, una squadra speciale che ha fatto dell’amicizia, dello stare insieme, un esempio. Ma quel gruppo ha fatto la vera differenza”.
Una nuova nazionale, costruita in appena quattro giorni, dalle dimissioni improvvise di Mancini, all’assunzione di Spalletti. “Sotto il profilo sportivo, ci siamo messi il passato alle spalle, ma voglio ribadire che la ferita ancora non l’ho rimarginata. E’ stata un’amarezza che sul piano umano non si riesce a rimuovere. Avevo con Mancini un rapporto di massima disponibilità e la sua è stata una modalità inusuale. In appena quattro giorni abbiamo centrato un risultato importante sotto il profilo sportivo ingaggiando Spalletti del quale ho apprezzato subito le sue modalità, sia sportive che tecniche. Ora capisco perché Napoli ha centrato quel risultato importante, non è facile vincere uno Scudetto a Napoli dopo 33 anni. Luciano ha vinto con modalità altamente significative. Ogni sono entusiasta perché ha portato in Nazionale un entusiasmo contagioso che stanno vivendo tutti, soprattutto i calciatori. Lo devo ringraziare perché a volte quando si avvia un rapporto con un tecnico ci sono molte riflessioni da fare, ma lui mi ha dato disponibilità in bianco e non mi era mai capitato”.
Al di là della partita di stasera, Stefano Boldrini che con Massimiliano Vitelli ha presentato l’evento, ha puntato i fari sugli europei del 2032 assegnati a Italia e Turchia. Ma anche il problema stadi. “Siamo ancora molto indietro sulla questione stadi. L’organizzazione dell’Europeo del 2032 è una opportunità, un’occasione per il Paese. Una occasione che arriverà 42 anni dopo Italia ’90 e quindi dobbiamo sensibilizzare tutti e capire che la costruzione delle infrastrutture in Italia non può arrivare con l’elargizione di soldi a fondo perduto da parte del Governo Italiano. Abbiamo portato a casa un risultato che qualcuno etichetta come risultato a metà, ma io credo sia importante condividere questo Europeo con la Turchia anche a livello culturale. Lavoriamo con un’altra potenza del Mediterraneo per abbattere le distanze attraverso un evento attivo. Il 2032 lo dobbiamo considerare uno specchio in cui vedere i nostri limiti. Dobbiamo porre rimedio a questi limiti e sbloccarci mentalmente, lo stadio è uno degli strumenti più importanti per valorizzare il brand del calcio italiano. Da parte nostra c’è massima disponibilità, faremo in modo che ci sarà meno burocrazia e un ente pratico per accelerare la costruzione degli stessi. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di inaugurare il Viola Park e devo dire che è meraviglioso, non c’è un centro sportivo migliore. Firenze, Bologna, Cagliari, c’è fermento a Roma: qualcosa sul fronte stadi, qualcosa si muove”.