Mancini attacca Gravina: “Da tempo la pensava diversamente da me. Non ha fatto nulla per trattenermi”

Nella foto: il ct Roberto Mancini (foto Matteo Gribaudi/Image Sport)

E’ un addio al veleno quello di Roberto Mancini alla Nazionale. Dimissioni che hanno colto di sorpresa tutti, con l’ex ct che aveva affidato ad un posto sui social dove ringraziava la Figc e parlava di scelte personali. Ma la verità, quella di Roberto Mancini, è venuta fuori in una intervista concessa ad Enrico Currò de La Repubblica. Toni durissimi nei confronti della federcalcio. “Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta. Mi sono assunto tutta la responsabilità della decisione. Non mi sono nascosto. Avevo parlato con il presidente Gravina e cercato di spiegargli le mie ragioni. Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato. Tempistiche? Ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni”.

Secondo le parole di Mancini, all’ex tecnico è mancata tranquillità, “Ho cercato più volte di parlare con Gravina. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso”.

La stessa riorganizzazione dello staff, con Mancini coordinatore dell’inter movimento, non è piaciuta al Ct. Fuori Evani e Nuciari, Lombardo all’under 20, la conferma di Salzano, dentro Bollini, Gagliardi e Barzagli. “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff… Quanto a Gravina – continua Mancini – è da un po’ di tempo che pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione: alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo. Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. Non ha voluto che restassi, erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto”.

Altro nodo la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024 che Mancini voleva eliminare. “Avrebbe potuto essere un segnale. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, ma è chiaro che sarei andato via se non fossimo riusciti a qualificarci. Voleva dare le dimissioni dopo la mancata qualificazione al mondiale, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono stati cinque anni incredibili, l’Europeo sarà il mio ricordo più bello. Futuro? Ora non voglio pensare a niente”. 

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