Spalletti sembra non avere fretta. Lo scudetto è del Napoli, ma il tecnico azzurro se lo gode piano piano. Potrebbe arrivare stasera se la Lazio non batterà il Sassuolo, altrimenti tricolore rimandato a domani. L’attesa è enorme per un traguardo storico atteso 33 anni. “Lo scudetto ce lo stiamo pregustando piano piano – ha sorriso il tecnico azzurro rispondendo in napoletano (Ce lo stiamm’ trezzianno chianu chianu) – ma sapevo fin da subito di avere una squadra di purosangue. In poco tempo hanno fatto vedere tutti le loro qualità e il carattere per uno scudetto che esce dagli schemi e farà bene a tutto il movimento. Bisogna fare l’ultimo strappo, che è sempre il più difficile”.
Peccato però non averlo festeggiato domenica scorsa in una città in delirio. “Vedere i nostri tifosi un po’ dispiaciuti ci ha mortificato perché ci nutriamo della loro felicità, ma lo stadio ci ha fatto capire l’impresa che stiamo portando a termine, che è poi quello che sognavo quando sono arrivato al Napoli. Immaginavo uno stadio così perché deve essere una festa di tutti”.
E adesso sotto con l’Udinese alla Dacia Arena domani alle 20.45. “C’è un po’ di timore, dovremo stare attenti perché è una squadra brava a fare tante cose. Ai tempi mi chiamarono quando la squadra era in difficoltà, mi lasciarono andare per poi riprendermi. Saluterò certamente Pierpaolo Marino che ha ragione nel dire che questo scudetto parte anche dal suo lavoro ai tempi della Serie C”.
Spalletti non pensa al futuro, ma solo al presente. “Io vengo ripagato dal lavoro fatto, non dal risultato e sono felice della disponibilità avuta quest’anno. Vincere lo scudetto a Napoli è una cosa extra, un super lusso, che mi farà stare comodo in qualsiasi posizione. Vivrò bene il resto della mia vita, ma ora dobbiamo completare il discorso sul campo prima di pensare a festeggiare. Questo lavoro parte dallo scorso anno, c’è un contributo anche di chi è andato via come Insigne, Koulibaly, Ghoulam e Mertens. Hanno dato molto, un risultato non è frutto di una partita sola. Il futuro? C’è il potenziale per aprire un ciclo, ma dipenderà dal mercato. La prospettiva di avere ottimi risultati in futuro c’è”.
Una scelta, quella di andare al Napoli, ripagata dai risultati e dal grande lavoro svolto. “Quando De Laurentiis un anno fa disse che avremmo fatto il massimo per riportare lo scudetto a Napoli, il mio sguardo prometteva bene. Voleva dire: ok, vediamo che giocatori prendere. Sono venuto al Napoli convinto di fare qualcosa di importante, con una sola via di uscita visto che arrivavo dopo Sarri e Ancelotti: vincere. Col 3° posto dell’anno scorso sono stati attaccati gli striscioni per dirmi di andare via, e le critiche non mancano anche oggi. Aver creato entusiasmo alla fine è stato fondamentale”.
E allora, goditelo questo scudetto, Luciano.