Mancini: “Gli oriundi una risorsa. Meglio con l’Inghilterra che oggi”

Nella foto: il Ct azzurro Roberto Mancini sorridente (foto Salvatore FORNELLI )

Massimo Ciccognani

MALTA Non sempre vincere fa rima con felicità. Chiedere a Roberto Mancini che al netto della vittoria di stasera, era più contento dopo l’Inghilterra. “Sì, è così. Le partite poi vanno riviste. Giudicando solo il risultato si è troppo limitati”.

Capitolo Retegui. “E’ un goleador, non è poco. E’ ciò che avevamo visto quando l’abbiamo seguito. Ha bisogno ancora di tempo, ma fa gol ed è una qualità importante. Le qualità del centravanti le ha, ma ora dobbiamo aspettare, dobbiamo dargli tempo. E’ come un alunno in una scuola nuova: deve imparare tutto. Ha sbloccato la partita”. 

Magari per aiutarlo a fare meglio, serve più lavoro sulle fasce. “Avremmo potuto fare di più, la gara era un po’ diversa rispetto a quella contro l’Inghilterra. Avremmo potuto segnare di più fossimo stati un po’ più decisi. Nella ripresa dovevamo attaccare e provare a segnare ancora, abbiamo troppo gestito la partita”. 

Retegui nel mirino di tanti club. Mancini non nega che in Italia potrebbe fare bene. “Retegui in Serie A sarebbe una buona cosa, credo questo gli darebbe più forza, riuscirebbe a imparare la lingua e di conseguenza a dialogare meglio coi compagni. Se ha cantato l’inno? Ci ha provato, è già una cosa buona”. 

Retegui potrebbe non essere l’ultimo oriundo. Una strada che il Ct non boccia. “Sì, è una possibilità. Abbiamo una percentuale minima di giocatori in Serie A. Nella Svizzera 15 su 20 sono oriundi. Il Belgio uguale. Francia, Germania, Inghilterra pescano tra gli oriundi. Noi fino a un tot di anni fa avevamo giocatori forti e non ne avevamo bisogno. Le altre hanno fatto coso con noi, spesso ci hanno tolto giocatori che abbiamo cresciuto e lo faremo anche noi”.

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