Samp e Cremonese: orgoglio e (giusto) pregiudizio

Nella foto: Manolo Gabbiadini rammaricato (foto di SALVATORE FORNELLI )

di Dario Ricci *

Se il campionato non è solo il luogo dei numeri e delle statistiche, ma anche quello delle passioni e degli affetti, ecco allora la relazione tra un club che vi partecipa e il torneo stesso non può essere misurata solamente attraverso uno sterile bilancio tra “dare” e “avere”. Premessa d’obbligo se – partendo dalla bandierina del calcio d’angolo – ci si vuole addentrare verso i bassifondi della classifica, in particolare guardando le ultime due posizioni della graduatoria, occupate da Sampdoria e Cremonese. Ecco, quello che blucerchiati e grigiorossi stanno dando alla serie A attuale non è misurabile solo in termini di punti, gol, differenza reti: due maglie che hanno caratterizzato la carriera e la vita del compianto Luca Vialli; un orgoglio finora andato ben oltre i limiti societari e tecnici, una qualità di gioco che ha spinto i lombardi fino alla semifinale di Coppa Italia, e una volontà che ha visto i doriani avere quasi più rimpianti che motivi di compiacimento dalle ultime due sfide pareggiate a Monza e contro l’Inter a Marassi. Tutti elementi – quelli citati e quelli, inevitabilmente molti di più, che abbiamo magari solo per sintesi trascurato – che rendono pienamente legittima la presenza in questa serie A di Sampdoria e Cremonese (partecipazione del resto sancita alla fine della stagione scorsa dal campo).

Ma, al tempo stesso, tutto questo è condizione necessaria, ma non sufficiente, per omettere del tutto una riflessione sui dati più macroscopici: l’attacco doriano è il meno fecondo della massima serie, quella stessa categoria in cui Cremona attende ancora di festeggiare la prima vittoria nell’annata del ritorno, appunto, in serie A. Per non parlare di quel senso di volenterosa inadeguatezza che le due compagini hanno finora troppo spesso dato nelle sfide con il resto della compagnia, di fatto rendendo legittimo il riproporsi di un tema mai del tutto accantonato, ma che qualche stagione orsono – era il 2015 – deflagrò in modo evidente  in un’intercettazione telefonica del presidente della Lazio Lotito, che lamentava la presenza in A di Carpi e Frosinone, bacini a suo dire di scarso appeal per il mercato dei diritti tv, e che quindi rischiavano di svalutare in toto il prodotto serie A. Va da sé che come era stata posta da Lotito, la questione non poteva essere né accettata, né quindi discussa (se non alla luce cel famigerato progetto Superlega che solo ora comincia a far intravvedere quella strutturazione e articolazione che avrebbe dovuto essere ben prima evidenziata); ma sul tavolo rimane il tema di una riforma della A (e pure perciò delle altre categorie) che accetti senza remore di dibattere sul numero delle squadre partecipanti (magari 18…) e pure sul conseguente decongestionamento dei calendari (cui – va chiarito in modo netto – chi scrive non crede minimamente, perché altre competizioni o l’estensione delle attuali andrebbero comunque a saturare i minimi spazi appena creati).

Intanto, sempre in zona salvezza, abbiamo assistito questa settimana a un fenomeno singolare, e per alcuni aspetti inedito: la rimonta del Verona ha minato certezze e percorsi delle sue rivali dirette, pure in modo indiretto. Perché se è vero che il ko al Bentegodi è costato la panchina della Salernitana a Nicola (che pure quella panca l’aveva già persa, seppur solo per poche ore, dopo il roboante tonfo a Bergamo), l’allontanamento di Gotti da parte dello Spezia (pur reduce dal magro bottino di un punto nelle ultime quattro gare) ha davvero tutto l’aspetto di un “esonero preventivo”, nella consapevolezza di un feeling tra società e tecnico logoratosi sotto la spinta di risultati che non stanno arrivando, un mercato invernale che solo in parte ha accolto le aspettative dell’allenatore, ma anche a causa della pervicace risalita dei veneti. Staremo a vedere l’impatto sul medio termine di quest’ondata gialloblu che ha decisamente movimentato i paludosi bassifondi della massima serie.            

*giornalista di Radio24-IlSole24Ore

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