Mou, altro miracolo di concretezza

Stefano Sale *

La depressione è una cosa seria. Ci sono tantissime persone che ne soffrono seriamente. Chi ha emesso il certificato di malattia ha evidentemente diagnosticato un problema a Nicolò Zaniolo. Ma pare sia stato un problema passeggero. Un mezzo miracolo questo viaggio in Turchia, terra santa, purtroppo non per la povera popolazione travolta da un sisma terrificante. Un giocatore di calcio che un giorno ha deciso di non presentarsi più. Adorato dai tifosi, sostenuto dalla società, difeso dal suo allenatore quando è stato fischiato, sempre schierato da titolare nonostante non la prendesse mai in campo. Va benissimo. Poteva però risparmiarsi tutto il resto. Dalle foto in braghe alle letterine finte, fino alla mancanza di rispetto per la maglia e tutto l’ambiente Roma.  Il Circo Zaniolo avrà anche ottenuto ciò che voleva ma la Roma ne esce fuori rafforzata. Il giocatore ci guadagnerà in soldoni ma a 23 anni va giocatore in un campionato periferico. Porta girevole o no, bisogna vedere se poi il Milan a giugno pagherà i 30m della clausola. È riuscito a dire no alla Premier Legue dove andava a prendere molto di più, nel palcoscenico più importante, con la possibilità di mettersi in evidenza, invece ha preferito un posto più apparecchiato, con qualche vecchio pensionato del calcio italiano. Fatti suoi. La Roma ci ha perso perchè si poteva monetizzare meglio la cessione, ma soprattutto perchè non ha potuto rimpiazzarlo. È saltato l’acquisto di Ziyech e forse di altro calciatore. Peccato. Per il resto, noi stiamo bene così. Da quando non c’è più lui la Roma vola in campionato, terzo posto solitario. Se poi farà bene  in Turchia o altrove è uguale, non staremo certo qui a rimpiangerlo. A Roma abbiamo visto andare via gente di ben altro spessore. Anzi, è paradossale parlarne ancora così tanto, un giocatore che finora ha fatto pochissimo in carriera, con numeri impietosi, prestazioni ed atteggiamenti discutibili, dentro e fuori dal campo. Andiamo oltre, tutti insieme e compatti. C’è un posto in Champions da raggiungere a tutti i costi, obiettivo primario. Provare ad andare avanti in Europa League, se le forze a disposizione lo permetteranno. C’è grande rammarico per la Coppa Italia, e Mou lo sa. La Roma B non è bastata contro la Cremonese B, e questo dovrebbe far pensare. La rosa è corta ma si doveva fare meglio. Col senno di poi, abbiamo perso più per l’atteggiamento che per la formazione messa in campo. Quella Roma non poteva essere inferiore a quella Cremonese, anche loro coi rincalzi in campo. Di Francesco e Fonseca presero sonore scoppole da Fiorentina e Spezia e la Roma girava come al solito al sesto-settimo posto. Qui la Roma è terza, con una rosa nettamente inferiore a Inter e Milan, ma siamo lì. Al secondo anno, Mourinho sta facendo un altro miracolo di concretezza, fatto di risultati e punti, come ha sempre fatto dovunque è andato, e dove è andato ha sempre fatto quello. Sta portando la squadra in Champions, come da programma triennale. L’anno prossimo rimarrà solo se alzeremo l’asticella, paletti o non paletti, un po’ come il Napoli quest’anno, tasselli precisi, per lottare per lo scudetto o peggio in  Champions, ci devi andare attrezzato o rischi di fare figuracce. Se Mou va via ripartiremo da zero, dal solito progetto, già visto e rivisto. Ricordiamoci sempre che gente come Dybala qui non sarebbe mai venuta, lo stadio sold-out e l’appeal internazionale ce lo scordiamo. Ma se a qualcuno interessa solo il bel gioco critichiamolo pure, intanto mi godo il terzo posto. Avanti Mou, avanti Roma!

*Roma Club Dublino, tifoso Roma

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