Il procuratore Chiné, nel corso dell’udienza della Corte Federale d’Appello sull’istanza di riapertura del filone plusvalenze, ha chiesto una sanzione di 9 punti di penalizzazione per la Juventus sul campionato in corso. Vista la gravità dei fatti contestati e l’impatto avuto dal punto di vista sportivo sui campionati, la richiesta di Chinè è di una sanzione davvero afflittiva che tenga la Juve fuori dall’Europa. Il procuratore ha chiesto anche l’inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini. Mentre le sanzioni per la Juve sono aumentate alla luce delle nuove carte e di quanto emerso nel processo Prisma, stesse richieste di sanzione per tutte le altre società rispetto al primo processo sportivo già celebrato in primavera sul tema plusvalenze, ovvero solo ammende.
Dopo l’intervento della Procura, la parola è passata alle difese dei club coinvolti. La Juventus aveva già presentato una memoria difensiva, la cui linea è nota dal comunicato del 22 dicembre, quando la società si diceva convinta di poter dimostrare “la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta”.
La Camera di Consiglio potrebbe decidere che il processo non si deve riaprire e chiudere definitivamente questo capitolo, ma se invece la richiesta della Procura fosse accolta l’analisi delle nuove prove sarebbe immediata. Come detto, la Camera di Consiglio deciderà subito. Il giudizio sarà molto rapido e arriverà nel fine settimana o al più tardi lunedì. Se si trattasse davvero di punti di penalizzazione, la decisione diventerebbe immediatamente esecutiva, ma i club potrebbero comunque fare ricorso al Collegio di garanzia del Coni.