Milan-Juve, luci a San Siro

Robert Vignola

L’antipasto della nona giornata? Abbondante. D’altronde Milan e Juventus hanno fame e gli spuntini a suon di gol consumati ai danni di Empoli e Bologna hanno avuto l’effetto di scatenare gli appetiti di gol e tre punti. In casa rossonera c’è poco spazio per farsi distrarre da luci e ombre europee, né è più tempo di studiare quel bizzarro terzetto là davanti a tutti, nella classifica di serie A. Occorre incalzarlo, metterlo alla prova, testarne la sostanza di cui sono fatte le big: la continuità. Quella che mister Pioli chiede ora ai suoi ragazzi, capace di mettere sul piatto della bilancia non più solo la verve di Leao, ma anche le energie stoccate in panchina, che già un anno furono fondamentali nei frangenti decisivi per creare il capolavoro tricolore. 

Tricolore del quale a Torino comincia a sentirsi una straordinaria e sempre più disperata nostalgia. L’avvio di campionato dal passo incerto ha visto finora nella vicina Monza l’unico inciampo disastroso in una corsa che però sono stati i troppi pareggi a rendere lenta. A restituire allora velocità alla Vecchia Signora dovranno essere i tanto citati “meccanismi”, magari da mettere in atto sull’asse tra l’incoraggiante Milik e il ritrovato Vlahovic, punte che si fanno pesanti quando messe sull’ago della bilancia. Ma qui si entra senza bussare nel reame che dovrebbe essere proprio al grande nome di questa sfida: in mezzo a tanti ex, spicca quello in panchina. Massimiliano Allegri vuol smarcarsi dalla sbarra degli imputati per mettersi invece comodo e finalmente saldo su una panchina resa rovente da delusioni e polemiche. Finirà per giocarsi molto proprio al Meazza, in una sera di ottobre che si preannuncia  tutto tranne che banale. 

Dirige Orsato, coadiuvato dagli assistenti Carbone e Giallatini, con Fabbri quarto uomo. Il VAR è stato affidato a Chiffi, con Marini come assistente. Calcio d’inizio alle 18.