Augusto Riccardi
TORINO Serviva solo vincere dopo un inizio di Champions mortificante. E la Juve lo ha fatto, battendo in tutta tranquillità a Torino il Maccabi. Finisce 2-0 e primi tre punti per i bianconeri: decidono i gol di Rabiot e Vlahovic. Quarantacinque minuti, i primi, con la Juve che li chiude avanti, ma senza brillare. Il massimo col minimo sforzo. All’intervallo è 1-0 grazie al gol di Rabiot. Allegri si presenta in campo con l’undici migliore, al netto degli infortunati eccellenti ancora fuori: dentro Kostic e Di Maria di supporto a Dusan Vlahovic in prima linea nel 4-3-3 Allegriano. In mezzo McKennie, Rabiot e Paredes. Dietro non c’è Bonucci, in panchina, e linea difensiva affidata a Cuadrado, Bremer, Danilo e De Sciglio davanti a Szczesny. Nella squadra israeliana, panchina per i quattro calciatori che hanno osservato i precetti dello Yom Kippur, digiuno per 24 ore. E si tratta di quattro pezzi da novanta, dal capitano Lavi ad Haziza e Atzili, per chiudere con David, l’attaccante principe della squadra di Haifa. Un primo tempo non bellissimo, inchiodato dalle alchimie di centrocampo e sbloccato da una perla di Angel Di Maria che infila nel corridoio per Rabiot che di prima intenzione fulmina in rete per il vantaggio bianconero all’intervallo. Di Maria, assenza che si è sentita, è ispirato, e dopo aver mandato in porta Rabiot per il vantaggio, regala a Vlahovic la palla del raddoppio. Lancio illuminante in campo aperto con l’ex viola che si presenta solo davanti al portiere israeliano Cohen e lo freddo con il piatto in uscita. Juve padrona del campo, Maccabi che subisce le giocate bianconere. Rabiot si divora il 3-0 che non arriva qualche secondo dopo perché il gol di Vlahovic era viziato da posizione di offside. Gol annullato.  Una partita in totale controllo che la Juve si è complicata nel finale. Da una ingenuità nasce il gol del Maccabi che la riapre con Dean David che fa piombare l’incubo sullo Stadium. Perché la Juve perde lucidità e tranquillità , gli israeliani ci credono e provano ad affondare. Atzili colpisce il palo, brividi e la Juve capisce che non può rischiare. E per uscire dal torpore, serve l’ennesima giocata del campione, Di Maria che a sette dalla fine pennella da calcio d’angolo per Rabiot che di testa la chiude: 3-1 e buonanotte a tutti anche se il Maccabi colpisce un altro palo. Ma la Juve non si fa più sorprendere e porta a casa la preziosissima vittoria. Â