Nations League. L’Italia punta la final four. Mancini: “Ci proveremo”

Nella foto: Roberto Mancini e Lele Oriali (foto di SALVATORE FORNELLI)

Massimo Ciccognani

Ed eccoci all’ultima tappa del girone di Nations League. Semifinale a vista, ma c’è da vincere domani sera alla Puskas Arena di Budapest contro la capolista Ungheria. Mancini mostra il volto sereno e tranquillo, ma intanto, chiarisce subito la questione Immobile. “Sapevamo che sarebbe stata difficile. Non stava malissimo, lui voleva recuperare ma si è allenato pochissimo e non è stato così semplice. Il Prof stamattina ha controllato e abbiamo deciso così, non si allenava da tre giorni. Ci siamo sentiti quando sono arrivato a Milano ma era una cosa di cui si era già discusso in questi giorni. Lui è stato bravissimo a stare con noi, ma abbiamo deciso di lasciarlo a casa perché non valeva la pena correre il rischio, diventava troppo pericoloso. Dispiaceva a lui e a noi. Ciro sarebbe rimasto volentieri, è rimasto con noi anche durante la prima partita. Ha voluto provarci, ma non poteva rischiare”. 

Innegabile però che Mancini continui a fare l’equilibrista, viste le tante defezioni. “Questo è il problema che hanno tutti i ct durante l’anno, chiamare i giocatori che hanno tanti impegni e tanti viaggi, magari a volte non sono in buone condizioni. La cosa più importante è aver la voglia di venire in Nazionale, poi noi abbiamo sempre cercato di non creare problemi a nessuno, noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere e continueremo a farlo. La cosa importante è che la Nazionale resti una cosa davvero importante per un giocatore, a volte bisognerebbe amarla un po’ di più”.

E allora sotto con i magiari. Mancini è ottimista. “Le possibilità di arrivare alla Final Four sono 50 e 50. Loro possono contare anche sul pareggio. Il fatto di esser qui a giocarci il primo posto a 90 minuti dalla fine ci fa piacere, proveremo a passare il turno. Qualcosa cambieremo, vedremo come stanno tutti i ragazzi. Bisogna giocarla con massima tranquillità, dobbiamo cercare di attaccare e quando avremo le occasioni sfruttarle al meglio. Dobbiamo poi difendere bene: l’Ungheria in casa davanti a 70mila spettatori proverà a vincere e noi dovremo giocare con la massima tranquillità. Giocare con i tre piccoli davanti? Stiamo valutando la cosa migliore da fare per metterli in difficoltà. Se saremo con l’assetto di San Siro, l’importante sarà attaccare con più giocatori. Stiamo valutando le due cose. L’Ungheria? Abbiamo grande rispetto, negli ultimi 2-3 anni è migliorata tantissimo. Gioca un buon calcio, attacca e si difende bene. Giocare in Ungheria non è mai semplice, mi fa piacere che la nazionale ungherese stia disputando un’ottima Nations League. E’ allenata da un mio ex compagno di squadra che ha fatto un grande lavoro”. 

Raspadori ha fatto benissimo a Milano, il ct ci crede. “Lo abbiamo portato agli Europei dopo che aveva giocato pochissime partite. Può diventare un giocatore importante ma deve crescere, ha poca esperienza a livello internazionale. Ha qualità tecniche importanti, sicuramente lavorerà per migliorarsi e potrà diventare un giocatore importante per la Nazionale”. 

Inghilterra e Ungheria squadre simili. Mancini sa cosa fare. “L’Ungheria gioca con lo stesso sistema di gioco, è una squadra simile e se il sistema da parte nostra sarà lo stesso bisogna non farsi prendere dal panico di far gol. Tranquilltà e tecnica, anche con l’assetto di venerdì bisognerà essere più offensivi”. 

Vincere significherebbe molto, anche se il Mondiale, ormai, è andato. “Io non devo ritrovar certezze. Non poter giocare il Mondiale sarà una sofferenza enorme, a volte capitano queste cose anche quando non si meritano. Andare alle finale potrebbe essere molto importante per i giovani ragazzi per giocare nuove importanti partite di grande esperienza internazionale”.