Verso Italia-Argentina. Florenzi: “L’amarezza del mondiale resta, ma non buttiamo tutto a mare”

Nella foto: Alessandro Florenzi (FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Dal ritiro di Coverciano, dove la Nazionale sta preparando l’avvicinamento alla sfida del primo giugno a Londra contro l’Argentina. Oggi, dopo l’apertura del ct Mancini, è stato il turno di Alessandro Florenzi che è tornato sul successo rossonero in campionato. “Durante il percorso al Milan ho trovato molte analogie tra i rossoneri e la Nazionale campione d’Europa. Io lo dicevo da un po’, al Milan non mi capivano perché non avevano vissuto ciò che ho vissuto io ma lo senti quando c’è qualcosa e io lo sentivo e lo dicevo, alla fine sono stato contento di aver avuto ragione”. 

Naturalmente, inevitabile, la domanda su Maldini che ancora, come Massara, non ha rinnovato. “L’ho conosciuto quest’anno, è un uomo di grandi valori e con lui ci metterei anche Massara. Sono la base del campionato vinto, loro due col mister hanno fatto un grandissimo lavoro. Sono persone molto importanti che possono fare bene al Milan. Un Milan senza Maldini è un po’ come una Roma senza Totti e De Rossi” .

E poi, passaggio sulla Roma, vincitrice della Conference. E magari gli è mancato di esultare. “Non l’ho potuto fare in incognito ma l’avrei fatto sicuramente. Ciò che un po’ mi dispiace è non aver vinto qualcosa con la Roma”. 

E poi il tuffo al cuore, il ritorno a quella maledetta partita con la Macedonia a Palermo. “Se fossimo usciti dal Mondiale in una ipotetica finale col Portogallo sarebbe stato diverso, con tutto il rispetto per la Nord Macedonia che non è al nostro livello. Però il calcio ti insegna che nessuna gara è scontata e l’insegnamento è questo: giocare tutte le gare come una finale. Anche se poi pure a Palermo l’abbiamo giocata, tirando 50 volte in porta… Mi prendo l’insegnamento. Capire perché siamo usciti è ancora un po’ difficile. Per me nelle gare di qualificazione abbiamo creato tanto, ma non abbiamo concretizzato. Non ho rimpianti sul gioco che abbiamo espresso”. 

Si torna a Wembley, teatro di quella magica notte che ci ha laureato campioni d’Europa. “Quando indossi la maglia della Nazionale non puoi non avere motivazioni. E’ il sogno di tutti i bambini, e non dovrei trovare motivazioni per giocare con la maglia della Nazionale?. Io e l’azzurro? Fin quando il ct mi chiama, siamo pagati per fare questo, per giocare a calcio. Questo è il mestiere più bello della storia: devo farmi trovare prima col club e poi se il ct avrà fiducia in me mi chiamerà, non si rifiuta mai la Nazionale. La delusione del mancato mondiale è difficile che andrà via presto. Ora voglio fare bene con la Nazionale, poi ci saranno le vacanze e poi quel che sarà sarà…”.

Probabile che da Wembley in poi l’inizio di un nuovo ciclo. “Io penso che il mister farà le sue valutazioni. A parte Chiellini, come ha detto ieri il ct Mancini noi resteremo a disposizione e quindi Mancini continuerà a fare le sue valutazioni. Tornare a Wembley sarà una emozione speciale, tornarci da campione d’Europa… La delusione del Mondiale resta in tutti noi ma deve restare anche quanto fatto all’Europeo. L’immagine che mi porto dietro di quella notte? Che dovevo tirare il sesto rigore… Quindi ringrazio Donnarumma….”. 

Sarà l’ultima di Chiellini. “Ci lascia una leggenda del calcio italiano. Ci mancherà il suo carisma, il suo sorriso, i suoi discorsi e la sua tranquillità. Mercoledì vogliamo farlo lasciare la Nazionale con una vittoria. Giorgio è un ragazzo di poche parole ma quelle che ti dice ti entrano dentro. Quando c’è Giorgio in campo ciò che mi fa stare bene è il suo sorriso: con la Spagna, il suo sorriso con Jordi Alba è stato devastante, ci ha messo una tranquillità devastante”.

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