UECL. Domani Roma-Feyenoord. Mourinho: “Vale la storia”

Nella foto: Jose Mourinho - CREDITS UEFA (Photo by Valerio Pennicino - UEFA/UEFA via Getty Images)

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Massimo Ciccognani

TIRANA L’attesa sta per finire. Poche ore e sarà Roma-Feyenoord, finale di Conference League. Allenamento mattutino a Trigoria per i giallorossi poi volati a Tirana dove nella pancia del Kombatare Stadium Josè Mourinho, Lorenzo Pellegrini e Gianluca Mancini hanno anticipato i temi della sfida di domani sera. E’ un Mourinho sereno dopo nove mesi di lavoro iniziato in estate in Turchia. E domani, l’ultimo atto. “Siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione, con due finali da giocare nello spazio di 4 giorni. La prima finale ci dava quel che noi meritavamo, che noi avevamo come target ossia qualificarci all’Europa League e quindi migliorare la classifica precedente. Abbiamo vinto quella finale lì. Per me era una finale dove non si poteva scrivere la storia, ma semplicemente finire il lavoro di una stagione e raggiungere l’obiettivo. Ma senza scrivere la storia, appunto. Questa finale è storia, una storia che si è già scritto per arrivare qui a giocare una finale europea dopo tanti anni, Ma quando arrivi in finale devi fare tutto il possibile per scrivere davvero la storia, ossia vincendo”.

Da contenere c’è solo l’euforia. “Prima di Torino, che era una partita difficile, dove era importante sapere che giocare una finale ha un livello di tensione alta e devi avere doppia attenzione. Abbiamo vinto e abbiamo potuto concentrarci tranquillamente alla finale. Io e il mio staff siamo rimasti a Trigoria, senza uscire, da venerdì. Non ho chiesto lo stesso ai giocatori, ma vedo la squadra che sta bene, che ha la tensione giusta e la gioia. Mkhitaryan si è allenato per la prima volta oggi con la squadra, una sessione molto piccola e senza significato in funzione della finale, perché era una sessione aperta per voi. Ma per lui era importante per avere delle sensazioni. Mi fido di lui, di come interpreta i segnali del corpo. Alla fine dell’allenamento mi ha detto che sta bene ed è pronto a giocare”.

A Tirana c’è anche un murales dedicato allo Special One. A fare la differenza, potrebbe essere l’esperienza. “No, direi di no. La gente sbaglia le analisi e dico che qui si tifa Roma perché c’è un giocatore albanese. Ho giocato una finale Manchester United-Real Madrid in Macedo6nia del Nord e fu un’esperienza bellissima. Tirana è lo stesso. Loro lo meritano, per la loro crescita come Paese. Lo stadio è molto, molto bello. Peccato per la capacità che non fa la gioia dei tifosi ma sono contento di venire a giocare qua. Quando arrivi all’ultima partita della stagione il lavoro è fatto, per me non c’è niente da fare in questi ultimi giorni. La leadership non è una cosa che si può mettere sul tavolo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori, ci limitiamo ad aiutare. Domani è l’ultima partita e fortunatamente è una finale. Fino a domani non c’è altro nella mia testa, niente. Solo la finale. È il mio modo di essere, di stare. L’esperienza non aiuta, pensavo potesse servire ma non è così. Il mio modo di sentire, di stare, è uguale alla prima finale. Se mi vedete un po’ più serio è magari concentrazione, un modo proprio di prepararmi alla partita”.

Mourinho garantisce di non essere scaramantico. “No, sono una delle poche persone nel calcio che non è scaramantica, Se la Roma ha perso finali all’Olimpico davanti a tanti tifosi non è colpa loro. Mi hanno chiesto: con che maglia vuoi giocare? Quella di questa stagione o della prossima? Ho risposto che non mi importa. Non sono scaramantico. Cosa posso dare io? Quella dello Special One è una storia vecchia. Posso fare tutto ciò che deve fare l’allenatore per vincere. Non credo nelle pozioni magiche. È il momento della squadra, dei giocatori. È il loro momento, non c’è niente di speciale da fare ma essere solo se stessi. Senza limiti. Qui è tutto bello, dall’aeroporto, alla gestione. Lo stadio è bellissimo, sono contento anche di visitare l’Albania che è uno dei pochi paesi che non avevo ancora visto”.

Comunque vada, una stagione positiva. “Per me sì”.

Yorois
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