Salvatore Savino*
Napoli ed i napoletani non possono essere uguali a nessun’altra città ed a nessun altro popolo. Riusciamo a dividerci come nessuno al mondo sarebbe capace di fare, abbiamo una capacità di autodistruzione in confronto alla quale la cultura giapponese dei kamikaze è una leggerezza. Per loro la capacità di rinunciare alla propria vita è un sacrificio che rendono alla patria, per onore, per orgoglio, con un sentimento quasi religioso (la traduzione di kamikaze può essere…vento divino ).
Per i napoletani non è cosi: noi ci autodistruggiamo per principio, per essere diversi, per poter essere bastian contrari. La partita con la Roma purtroppo ha acuito questo problema. Il Napoli ha fallito ancora, ha perso l’ennesima occasione di coltivare il sogno, con un pareggio subito nei minuti di recupero che ha allontanato ancora la vetta della classifica. Ora ci dobbiamo porre un problema: che vogliamo fare? Non é poi così difficile, si tratta di prendere posizione: o si sta con o si sta contro.
Il Napoli continua ad essere a quattro punti dal primo posto, se si vuol guardare allo scudetto, e con nove punti di vantaggio sulla quinta, se si vuol guardare alla qualificazione Champions, obiettivo dichiarato di inizio anno. Ecco, qua si deve decidere dove si vuole stare, con quelli che credono e sarebbero felici comunque, o con quelli che se non vincono lo scudetto è un fallimento totale.
Come detto prima, l’autolesionismo dei napoletani in certi casi è inspiegabile: la fazione dei delusi, che cresce e si riduce, come il mantice di una fisarmonica, in base ai risultati della domenica, non si interessa della classifica: per loro se non vince lo scudetto il Napoli è da buttare: sono quelli tipici anti Adl, quelli che dicono (adesso) che Spalletti non sa fare i cambi, che bisognava sempre comprare qualche calciatore in più per vincere, come dimostra per esempio il Psg in Europa…
Gli errori ci sono stati, questo nessuno lo mette in dubbio, ma parlarne adesso, a campionato ancora in corso, che senso ha? Dire adesso che la società non ha i mezzi per competere ai vertici e dovrebbe cedere il passo, a chi giova? Io credo che adesso mancano cinque partite alla fine, ed il Napoli deve vincerle. Tutte. Il tifoso deve pretendere questo: il massimo impegno fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Sappiamo che in futuro ci sarà da porsi delle domande, sui programmi, sui calciatori da tenere e da lasciar partire, ma queste domande vanno fatte dopo, non ora. Ora dobbiamo ancora coltivare il sogno, la nostra piantina è stata colpita dalle tempeste, ma non è caduta. Eloquente il testo del grande E. A. Mario :
” n’albero piccirillo aggio piantato, criscennelo cu’ppena e cu’ sudore, ‘na ventecata gia’ me l’ha spezzato, e tutt’ e fronne cagnano culore….erano doce e se so fatte amare…ma ‘o core dice ‘e cose amare tienele cchiu’ care…e amara comme si’, te voglio bene, te voglio bene e tu me fai muri’…”
Come deve essere il vero tifo, questa si chiama Canzone Appassiunata, e a me sembra che sia proprio la passione che stia venendo meno adesso. Tutti tecnici, tutti esperti di bilanci, di medicina sportiva, di tecnica e tattica come se Coverciano fosse diventata scuola dell’obbligo… Tutti gli argomenti di dialogo sono giusti: le sostituzioni poco comprensibili di Osimhen, di Lobotka con Zielinski, la condizione fisica imbarazzante di tanti uomini della rosa, l’eccessivo numero di infortuni ecc., è solo il momento di affrontarli che è sbagliato. Adesso dobbiamo fare i tifosi. Non i competenti, i tecnici, gli esperti, ma i tifosi. Non serve ascoltare tanti soloni che parlano a seconda dei risultati, che quando si vince siamo fortissimi e quando non accade siamo una squadra da gettare via…
Ah, come in un brano di Eduardo De Crescenzo…
” quanti galli cantano, e stu juorno nun vo’ schiara’…quanta ciucci arragliano ca se pensano ‘e cumanna’…”
Vi prego, amici napoletani, almeno adesso, non ci dividiamo. Stiamo ancora uniti, mancano cinque partite, e ci dobbiamo credere. È il nostro dovere di tifosi, di innamorati. Dopo la fine del campionato sarà il tempo delle analisi e dei confronti, delle valutazioni e delle scelte. Dopo. Vero, il Napoli ci ha delusi un’altra volta con il pareggio con la Roma, ma noi tifosi siamo innamorati si’ o no ? E allora non facciamoci male da soli, non ascoltiamo chi vuol destabilizzarci, facciamo come i veri innamorati, che pur di far pace con l’amata fanno finta di non vedere le offese subite. Facciamo nostre le parole di Libero Bovio…
” me metto scuorno ‘e fa’sape’ all’amice , ca tinco tinco torno e faccio pace…si appura ‘a ggente, Napule che dice? Ca m’e vvoglio fa’ fa’, sott’a cchist’uocchie cierte ‘nfamita’… T’o dico zitto zitto zitto, ca si allucco, ‘a gente ca nun sape niente po’ senti…te voglio bbene…”
Tra qualche giorno saranno due mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, continuiamo a vedere Immagini di morte, di dolore, di bambini strappati alla vita prima ancora di poterla cominciare, e il mondo parla, parla, parla…ma non si ferma questo dolore. Questa settimana, il mio pensiero ai fratelli che soffrono in quelle terre martoriate ogni giorno, lo affido ad un grande poeta ecuadoregno,
Jorge Carrera Andrade…
” Verrà un giorno più puro degli altri, scoppierà la pace sulla terra, come un sole di cristallo. Una luce nuova avvolgera’ le cose. Gli uomini canteranno per le strade, ormai liberi dalla morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte, e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo apparterrà alle fonti e alle spighe, che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere. “Basta con la guerra, basta!
Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli