Un cielo azzurro Napoli

Salvatore Savino*

Esiste un posto dove tutte le domande dei tifosi di calcio trovano risposta, ed è il campo.

Se per mesi si osanna una nazionale che ha vinto un Europeo, senza soffermarsi sul fatto che si erano vinte due partite ai rigori e ci si era salvati dal var contro l’Austria, si rischia di non vedere la realtà. 

Questa nazionale ha basato la sua idea offensiva su un calciatore che ha segnato un solo gol su azione in un anno o quasi ed un centravanti che in nazionale non ha mai brillato per segnature. Il centrocampo schiera un regista campione del mondo per club ma che fallisce due rigori fondamentali e segna pochissimo, ed un altro, per quanto un mediano, che, pur giocando in un club prestigiosissimo, in quarantanove gare azzurre ha segnato tre gol. Non credo il problema siano i troppi stranieri in campionato, perché nel 2006, prima del mondiale azzurro del cielo sopra Berlino, in serie A giocavano tantissimi calciatori stranieri. Il problema è che in nazionale giocavano Cannavaro, Totti, Pirlo, Del Piero ecc ecc.

Il calcio più “pagato” dalle televisioni è, per distacco, la Premier, ma l’Inghilterra, a livello di nazionale, non vince nulla da decenni. La Spagna invece, ed il Barca ne é un esempio, continua a credere nei vivai , sforna campioni a ripetizione, e non esita a farli giocare anche nelle grandi competizioni. È una questione di scelte.

La nota triste è per i bambini, che non si avvicineranno al calcio come accadeva a noi, non potendo vedere la propria bandiera ed ascoltare il proprio inno nella competizione più grande ed importante, i Mondiali.

Voglio essere chiaro e sincero: in realta’ sono concentrato da tempo sulla partita di Bergamo contro l’Atalanta. Dopo la sosta, non si sa mai come rientrano i calciatori: i risultati ottenuti, i viaggi, i cambi di abitudine, spesso portano sorprese. Andremo contro la Dea senza Osimhen ( ammonizione inesistente e che può cambiare le sorti di un campionato ), Rrahmani, Di Lorenzo, Petagna, a tutt’oggi . Abbiamo da tempo detto che avevamo da affrontare dieci finali; abbiamo vinto le prime due, e abbiamo la forza, la voglia, la capacità, di vincere le altre otto. Spalletti conosce a menadito i suoi ragazzi, lo spogliatoio, gli umori. Non pensiamo a moduli, cambi, gestione del possesso palla. Credo che in questo finale si vinca con il cuore, con l’attaccamento alla maglia, ed è questo che il tecnico toscano deve pretendere dai suoi. Durante le soste per le nazionali spesso la stampa si lancia su notizie di mercato, rinnovi, e fioriscono trattative che in realtà non sono mai esistite, offerte mai arrivate e già respinte…vi prego, tifosi napoletani, non date peso a tutto questo. Concentrate la vostra attenzione, il vostro amore, il vostro calore, solo sulla partita con l’Atalanta. Si vuole vincere, si può vincere, si deve vincere se si vuol ancora credere allo scudetto.

Oggi, per noi napoletani, è una data importante: è il compleanno di Gioacchino Murat, per qualche anno Re di Napoli. 

Di tante opere e battaglie, mi piace ricordarne una: cominciò i lavori per costruire via Posillipo, ed immagino il nostro Dries Ciro Mertens, che ora vive proprio la’, mettersi alla testa della cavalleria azzurra , puntare l’Atalanta, assaltare la fortezza orobica e portare a casa i tre punti.

Per farlo occorre coraggio. La leggenda vuole che Gioacchino Murat, davanti al plotone che stava per fucilarlo per atti rivoluzionari ( legge da lui stesso promulgata, da cui nasce l’antico adagio partenopeo ” Gioacchino mettette ‘a legge, e Gioacchino fuje acciso.”) si tolse la benda e, guardando il plotone d’esecuzione grido’:

 ” risparmiate il volto, mirate al cuore! Fuoco! “

Con questo coraggio vogliamo che i calciatori azzurri scendano in campo a Bergamo, con la consapevolezza di rappresentare una città, un popolo, una storia .

Mancano ancora otto finali…Napoli ci crede…

Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso del Napoli