Napoli, a Cagliari per mantenere il passo scudetto

Nella foto: Luciano Spalletti (foto Insidefoto/Image Sport)

Francesco Raiola

Fase cruciale e no stop della stagione con gli azzurri che dopo il pareggio al Camp Nou sono pronti a ripartire ancora in trasferta stavolta in Sardegna dove sono attesi dall’agguerrito Cagliari dell’ex Mazzarri, in un ambiente sempre ostile alla tifoseria partenopea per dissapori risalenti allo spareggio tra sardi e Piacenza del 1997 che si disputò al San Paolo quando gli ultras azzurri si schierarono con la tifoseria emiliana.

Azzurri tornati dalla trasferta catalana con la consapevolezza di essere una squadra competitiva per ogni obiettivo stagionale, capace di resistere al ritorno dei blaugrana di Xavi che hanno ottenuto il pareggio solo al rigore molto discutibile concesso dal VAR per un impercettibile tocco di mano di Juan Jesus. La partita di Barcellona in realtà non regala solo luci ma anche ombre come l’infortunio di Anguissa che torna a Napoli con uno stiramento che lo terrà fuori almeno quindici giorni, con Spalletti che spera di recuperarlo per la sfida del 6 marzo al Maradona contro il Milan, mentre Fabiàn Ruiz riporta diversi punti di sutura in testa per lo scontro frontale con De Jong.

Spalletti intervistato da Kiss Kiss Napoli, radio ufficiale del club partenopeo parla delle ultime due partite del Napoli e della grande crescita di personalità della squadra: “Si può dire che il nostro Napoli un po’ della sua storia la sta costruendo e la sua personalità la sta facendo pezzo dopo pezzo. Sta mettendo davanti a sè quello che sa fare, posso dire che ora abbiamo più consapevolezza. E’ chiaro che mettere timore in momenti della gara a squadre di questo livello è tanta roba. Oltre al primo tempo di Barcellona, ci metterei anche un bel pezzo della gara con l’Inter e la vittoria di Venezia su un campo insidioso. Chi ha giocato al calcio conosce che quella non era una partita facile da portare a casa. Quando hai dimostrato in quelle partite che puoi farlo e lo sai fare, lo hai dimostrato anche a te stesso. Da quel punto lì non si può più tornare indietro ma andare solo avanti. Vedo una squadra crescere e giocare alla pari contro grandi club a livello mondiale. Ho visto giocare con fiducia e divertirsi nei momenti positivi e soffrire quando c’era bisogno di soffrire, come nel secondo tempo di Barcellona. Questo mi fa stare in sintonia con i miei giocatori e con tutto l’ambiente che li circonda. Per me è facile fare un bilancio perché io ci sto bene con tutto quello che mi sta intorno”. Determinante il ritorno di Koulibaly:  “Con lui sono finiti gli aggettivi, probabilmente se penso alla partita del Camp Nou dico spaventoso. Avendoci a che fare l’ho esaltato, adesso comincio quasi a spaventarmi per quello che ha dimostrato. Spaventoso per la calma e l’autorità che ha dimostrato, si è fatto sempre trovare pronto al punto giusto”. Fiducia anche per Osimhen: “Non riesco a capire dove possa arrivare, mi esalta il pensiero di cosa possa diventare, Mi mette curiosità la sua possibilità futura. L’avete visto nell’ultima partita dare quegli strappi di 40m, portandosi dietro tutta la difesa avversaria e poi sbagliando il cross. Ma è abbastanza vicino a mettere a segno questi cross pennellati, il primo a convincersi deve essere lui. Può fare anche altre cose e i compagni devono imparare e ad essere all’altezza di uno così. Giocare con calciatori come Osimhen, Koulibaly, Insigne e Fabian e tanti altri, significa farsi trovare pronto. Quando giochi con questi enormi talenti sei un po’ condannato a migliorare se vuoi convincerti”. Sulla partita contro il Cagliari e sugli obiettivi stagionali: “Non cambio risposta o pensiero su quello che ho anche detto le ultime volte. Se a me arriva il Cagliari o il Barcellona il concetto resta sempre lo stesso. Dobbiamo riuscire a fare il Napoli, perché ci chiamiamo Napoli e basta proporre il nostro livello di calcio per essere felici. Solo quello che non sa niente di calcio calpestato può pensare che sia una partita con meno insidie rispetto alle gare con Barcellona e Inter. E’ una squadra che si è rinforzata e che ora è in fiducia e in sintonia con il carattere e l’esperienza del suo allenatore, che conosciamo bene qui. A Napoli ci ha lavorato e ha fatto vedere che qualità professionali ha. Per cui in questa partita le insidie ci sono tutte, dobbiamo allo stesso livello delle grandi partite che abbiamo giocato recentemente.  Il nostro futuro dipende da quello che faccio nel presente. Entriamo nel vivo del campionato, ma io sono ci sono già entratodal primo istante che sono arrivato a Napoli. Vorrei 13 gioie e figate di fila, poi sportivamente sarei pronto anche a morire. Come si dice a Napoli ‘Vedi Napoli e puoi muori’”. Sugli infortuni: “Per Cagliari nessuno recupera, per Barcellona bisognerà valutare. Credo che dei quattro possa recuperare solo Politano. Bisogna valutare nelle partite successive, meglio evitare di dire che abbiamo recuperato tutti perché poi ce ne succedono di tutti i colori”.

Sulla formazione di lunedi, probabile ritorno fra i pali di Ospina, con Di Lorenzo e Mario Rui sulle fasce, Rrhamani e Koulibaly coppia centrale. In mediana torna dal primo minuto Demme con Fabiàn Ruiz. Sulla trequarti non ci sarà Insigne, che non è partito per Cagliari per un affaticamento alla coscia destra accusato nell’allenamento di questa mattina. Osimhen potrebbe partire dalla panchina e Spalletti lanciare Meertens dal primo minuto. Alle sue spalle Elmas, Zielinski e Ounas.

Nel Cagliari di Mazzarri, solita difesa a tre davanti a Cragno, con Lovato infortunato, giocano Goldaniga, Ceppitelli e dubbio fra Altare e Obert, mentre sulle fasce giocheranno Bellanova e Lykogiannis, in mediana Marin e Dalbert, mentre potrebbe giocare Pereiro sulle trequarti al posto di Grassi, dietro Pavoletti e Joao Pedro.

Fischio di inizio lunedì alle ore 18.45. Arbitro del matchi il sig. Sozza di Seregno, che ha sostituito il primo designato Mariani.

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