Il tifo azzurro ha il diritto di vincere uno scudetto

Salvatore Savino *

Epifania é, come da etimologia greca, apparizione, manifestazione, in senso lato rivelarsi, mostrarsi. Questa settimana appena trascorsa , a parer mio, ha rivelato molte cose, ha svelato il sipario di qualche teatrino di terz’ordine allestito piuttosto modestamente a dire il vero, ha consentito ai tifosi di comprendere forse fino in fondo come stavano determinate cose. Come sempre accade, la calza della Befana contiene regali, dolciumi, ma anche carbone, e tutti i bambini ridono per i primi e piangono per il secondo, non sapendo se aprire subito i pacchi dei giocattoli o piagnucolare tra i capricci. Cosa ha portato la Befana ai tifosi del Napoli? Proviamo a svuotare la calza insieme…
Il Napoli, inteso come società, aveva, ampiamente ed in anticipo, chiarito quali sarebbero stati gli intendimenti per quest’anno, un po’ come i genitori che preavvisano i figlioli che quel regalone da loro tanto desiderato quest’anno la Befana non avrebbe potuto portarlo. Poichè non erano stati promossi con il massimo dei voti, o, traslandolo al canpo di calcio, non erano riusciti a qualificarsi in Champions League, non si potevano fare spese folli.
Chiariamoci: questa società va avanti autofinanziandosi, per cui, per riuscire a mantenere standard elevati, necessita di due dati: la qualificazione in Champions e le eventuali plusvalenze delle cessioni. Non una delle due, ma entrambe le condizioni devono verificarsi per essere competitivi a certi livelli.
Negli ultimi due anni non si sono verificate, ed ora se ne pagano le conseguenza. Nello stesso periodo, inoltre, il calcio é cambiato radicalmente. La pandemia ha abbattuto drasticamente gli introiti delle società, svuotando gli stadi e decimando con i contagi la struttura degli organici di quasi tutte le squadre. Accanto a questo, un altro grande problema per i club calcistici si è venuto a creare: la gestione dei contratti con i calciatori.
Fino a qualche anno fa, le società avevano un certo margine operativo per salvaguardare il proprio patrimonio tecnico e gli investimenti fatti, attraverso le offerte di grandi club europei, come avvenuto per Cavani, o applicando una clausola rescissoria, come accaduto con Higuain. Oggi, i grandi calciatori, divenuti ormai a loro volta delle aziende vere e proprie gestite da procuratori, tendono a monetizzare il più possibile anche i loro trasferimenti, per cui decidono deliberatamente di andare a scadenza di contratto con l’attuale club di appartenenza, per poi spuntare una cifra di ingaggio ben più elevata da una nuova società, spostando sempre più in alto l’asticella del loro guadagno.
Un esempio lo abbiamo avuto proprio questa settimana. La società, offrendo un ingaggio inferiore a quello attuale, ha espresso chiaramente la sua intenzione. Il calciatore, dal canto suo, davanti ad una offerta irrinunciabile, ha messo da parte il cuore ed ha accettato di trasferirsi dall’altra parte del mondo. La scelta é comprensibile e condivisibile, magari si poteva scegliere una strada di maggior riservatezza, evitando clamori.
Non entro in discussioni tecniche e tattiche, tra chi crede che sia utile alla squadra e chi dice che invece impedisca di svolgere un tema tattico diverso da quello ormai storico degli azzurri negli ultimi anni, tra chi sostiene il numero di gol ed assist rispetto a chi lamenta i numerosi tiri a giro fuori dalla porta e così via. Non entro in queste discussioni perchè per me é già il passato. Ho visto andar via il più grande di tutti i tempi, e dopo di lui, appunto, Higuain, Cavani, Lavezzi, il mio capitano Marek…me ne farò una ragione anche di questo addio. A me interessa la maglia, e su questo punto vorrei essere chiaro. L’attuale società cosa può regalare ai tifosi?
Sono anni che ringraziamo, che comprendiamo, che ci rendiamo conto ecc ecc, ma con questo sono trentadue anni che non vinciamo uno scudetto. Ci sono bambini che lo hanno sognato, con le foto dei loro idoli negli zainetti della scuola, ed ora, diventati a loro volta genitori, accompagnano i figli a scuola, tramandandogli la passione per l’azzurro del Napoli, ma ancora non lo hanno vinto.
Questa società ha dimostrato negli anni di essere gestita splendidamente, con oculatezza ed attenzione ai dettagli, raggiungendo l’elite del calcio nazionale ed internazionale. Quello che finora é mancato però, è un ingrediente fondamentale per una società di calcio: la passione, la voglia di vincere per essere felici, anche se per questo occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo e magari rischiare qualcosina dal punto di vista economico. Certo, il periodo é difficile, non si può negare l’evidenza, ma, i tifosi, questo regalo dalla befana, quando lo avranno?
Non sarà possibile competere da subito con i colossi economici dei club internazionali, ma, nel frattempo, perché non creare maggior coesione con la città, provando ad acquistare lo stadio, a creare una sede sociale prestigiosa in centro città, consolidando una simbiosi tra squadra e popolo azzurro? Il tifo azzurro ha la voglia, vorrei dire quasi ha il diritto, di vincere uno scudetto. I ragazzi ieri sera a Torino, decimati dal covid, dalla coppa d’Africa, dagli infortuni, circondati dalle polemiche e accompagnati in campo dai cori funesti di chi li dava già per spacciati, hanno dimostrato di lottare per questa maglia, onorandola con abnegazione, dignità e coraggio, e meritano il nostro sincero grazie. Mi attendo che anche la società si muova con lo stesso impegno e la stessa passione per raggiungere il traguardo, o l’unico regalo che dovremmo aspettarci dalla Befana é qualcuno che voglia vincere. Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli

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