Resta ancora qualcosa

Salvatore Savino *

Questo triste campionato sta per volgere al termine e, verrebbe da dire, fortunatamente. Troppe le delusioni patite dai supporters azzurri, proprio nella stagione successiva allo scudetto. Ora anche l’ultimo baluardo dell’anno vincente è stato messo nell’armadio dei bei ricordi: da qualche giorno infatti, non siamo più nemmeno campioni d’Italia, ed è giunto il momento di ricostruire la nostra storia. Le pagine dei giornali, così come i programmi sportivi, sono pieni di nomi di allenatori, calciatori, sembra che tutti i nomi papabili siano già a Napoli, ma non è così. Basterebbe uno sguardo superficiale per comprendere come si tratti solo di intorbidire le acque, seminare ulteriore sconcerto e smarrimento tra i tifosi. Che senso ha sostenere che la società starebbe trattando allenatori come Conte e Italiano, Gasperini o Pioli? Significherebbe che la società é  in confusione totale,  ancora in caduta libera: i tecnici sopra elencati, hanno sistemi di gioco talmente diversi tra loro, talvolta opposti per idee e concetti base, che ritenerli in competizione tra loro sarebbe specchio di una assoluta indecisione da parte della società. Ovviamente, queste differenze sostanziali si riflettono anche sulla scelta di eventuali calciatori da cedere e, soprattutto, di quelli da acquistare. Cominciamo a vedere se sarà Manna, come sembra, Il nuovo direttore sportivo. Toccherà a lui ridare al Napoli il ruolo che merita nel panorama calcistico. 

L’ unico dato sul quale attualmente possiamo discutere è quello oggettivo, cioè la squadra ancora oggi impegnata in campo. Sì, perché se qualcuno dei giovanotti in pantaloncini e maglietta lo ha già dimenticato, noi siamo qui a ricordargli che mancano ancora cinque partite alla fine, e lor signori, prima di fare le valigie, hanno il dovere di vincerle. Tutte. Si dirà: ma se tutte le occasioni avute per risalire la classifica le hanno miseramente fallite, talvolta in maniera vergognosa come è accaduto ad Empoli, come si può pensare e credere che riescano a vincere quelle che mancano? È  proprio qui che bisogna essere chiari: a me sta benissimo il fatto che tanti dei calciatori, attualmente in azzurro, abbiano deciso di prendere strade diverse, andando a giocare in altri Club. È  logico, giusto: sono dei professionisti, e per questo nel pieno diritto di valutare nuove proposte, e aspirare a nuovi ambiziosi traguardi. Questo è il punto nodale: sono dei professionisti, e su questo nessuno ha da ridire, ma esserlo non può essere usato solo quando si devono discutere ingaggi faraonici o quando si vuole evitare il confronto con la realtà. Si è professionisti sempre.

Per questo, per le partite che mancano al termine del campionato, abbiamo il diritto di pretendere che questi calciatori sudino la maglia, fino all’ultimo secondo delle partite, anche quando non dovessero più esserci mete da raggiungere. Le chiacchiere che in questi giorni stanno venendo fuori su uno spogliatoio forse non più coeso, ma anzi, lacerato e diviso, le voci di mercato che danno alcuni azzurri vicinissimi all’addio, Osimhen su tutti, o già accasati altrove, come Zielinski, sono la chiara espressione del malcontento tra i tifosi, che hanno in questo la base più solida. Anche il tecnico andrà via, ma non per questo è accettabile vedere scelte incomprensibili, come quelle di Empoli, con una difesa che prende l’ennesimo gol di testa e non riesce a rialzarsi più, come un mediocre pugile dilettante al cospetto di un campione dei pesi massimi. Non si capisce perché si resti 70 minuti senza cambiare né modo di giocare né interpreti, tranne il povero Natan, mandato al pubblico ludibrio, quasi unico colpevole di una mediocrità dilagante. Adesso basta, abbiamo sopportato davvero l’insopportabile. Abbiamo una dignità sportiva e comportamentale da difendere, e pretendiamo che venga rispettata. Signori, Il campionato non è finito, e anche domenica, in quello che ci si sarebbe aspettati fosse uno scontro per il titolo, ma che è diventato invece solo l’ultima spiaggia per l’onore, troverete uno stadio pieno. Questo è l’amore dei tifosi del Napoli, signori cari, e nessuno ha il diritto di calpestarlo e maltrattarlo. Certo, l’amore non sempre é corrisposto,  anzi, spesso chi è troppo innamorato resta deluso da chi, dopo averlo illuso, va via con un altro,  ma, egregi signori, finché siete qui, onorate la maglia. Dopo, andate via, tanto, anche se fa male dirlo, nonostante lo scudetto dell’anno scorso, siete riusciti a ferirci come non ci aspettavamo e non meritavamo. Per questo, oggi che ricorre l’anniversario della prima della ” Turandot “, di voi, domenica…Nessun dorma !

 È  il compleanno del grandissimo Al Pacino,  e per l’occssione vi saluto con le sue parole, dette nello spogliatoio, in un celeberrimo film: “Tutto si decide oggi. Ora, noi o risorgiamo come squadra, o cederemo, un centimetro alla volta, sino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso, signori miei, credetemi, e possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada, lottando verso la luce. Ma io non posso obbligarvi a lottare! Dovrete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi: ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che, quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui. Questo è  essere una squadra,  signori miei! Perciò, o noi risorgiamo adesso, come collettivo, o saremo annientati individualmente. È  tutto qui… Allora, che cosa volete fare? “. Credo ci sia ben poco da aggiungere… Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli

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