
E’ un Mourinho particolarmente carico alla vigilia della sfida di Bergamo contro la lanciatissima Atalanta. Dove servirà un’impresa. “C’è una differenza fondamentale tra me e Gasperini: lui lavora da sei anni all’Atalanta, io da sei mesi alla Roma. Significa anche che non solo tanti allenamenti, ma dodici finestre di mercato contro una. Loro sono una società fantastica, molto stabile. Li avevo conosciuti come una squadra di metà classifica, ora sono da Champions League e che giocano per vincere lo Scudetto. Noi abbiamo una proprietà nuova che secondo me sta facendo un lavoro fantastico. L’allenatore è qui da sei mesi e il mercato è stato reattivo. C’è una differenza significativa tra le due società, ma c’è una cosa su cui non ho dubbi: noi possiamo vincere. Il calcio è il calcio e abbiamo giocatori bravi. Abbiamo uno spirito di squadra non dico unico, ma siamo fantastici sotto questo aspetto. C’è una differenza tra le due panchine, però, noi andiamo lì per vincere, non per dire che loro rappresentano sei anni di lavoro e noi di sei mesi. Se mi chiedete di restare a casa co la certezza del pareggio non accetterei. Voglio misurarmi con rispetto e ammirazione verso il lavoro dell’Atalanta”.
Abituato a grandi palcoscenici, adesso lo Special One deve confrontarsi con una realtà diversa, ma non perde lo spirito. “Ci sono squadre che si emozionano per la salvezza. È un discorso di obiettivi. Ci sono allenatori che non hanno vinto tanti trofei, ma hanno avuto tanto successo. Sono stati vincenti al loro livello. Se Thiago Motta salva lo Spezia o se Sheva salva il Genoa, possono esultare. Io sono pronto a esultare per i nostri obiettivi ovviamente. In questa prima stagione non ho nemmeno un target di riferimento, la cosa fondamentale per me in questo progetto è l’empatia, fondamentale per i progetti a lungo termine. Non può esserci un progetto a lungo termine senza empatia, puoi farlo per sei mesi, un anno, ma poi basta. Per un progetto a lungo termine serve per forza empatia e qui dentro si respira un’atmosfera fantastica che dà una tranquillità enorme al progetto. Domani però giochiamo per vincere, poi magari perdiamo o pareggiamo, ma vogliamo vincere”.
Un match importante in chiave Champions. “Non voglio giocare questo match pensando all’obiettivo Champions e alle conseguenze del risultato. I numeri magari dicono tanto, ma non voglio giocare così questa partita”.
Atalanta, modello da seguire. “Ci sono diversi modelli da seguire e loro mi piacciono. Io ho allenato in club con modelli totalmente diversi, con mercati costosi e orientati più all’oggi che al domani. Però ho ammirazione per questo profilo di progetto, da sei anni fanno mercato intelligente, hanno una squadra forte e hanno conquistato stabilità economica. Li rispetto e li ammiro, ma chiediamoci dov’erano loro dieci anni fa. Se noi guardiamo con fiducia ai nostri proprietari, al nostro allenatore, sono sicuro che la direzione è giusta”.

Sarà importante limitare i trequartisti dell’Atalanta. “Contro lo Spezia nel secondo tempo abbiamo sofferto perché abbiamo perso troppo facilmente la palla e se ci fossero stati giocatori di un livello superiore forse non avremmo vinto. Dico quindi che ovviamente i loro trequartisti sono forti, non importa chi gioca, ma io sono concentrato su di noi e non possiamo perdere facilmente la palla come abbiamo fatto. Dobbiamo gestire meglio i ritmi di gioco, ieri abbiamo lavorato su questo, dobbiamo avere più sicurezza sul possesso palla”.
Zaniolo è recuperato e quella di domani potrebbe essere la sua partita. “Lo vedo bene, sta giocando bene. Ha una buona mentalità, l’infortunio di Sofia è anche conseguenza di una partita che sembrava finita, dove lui non ha voluto rischiare. I numeri sembrano strani, ma io sono contento, i gol arriveranno. Lasciamolo tranquillo e lasciamolo crescere, non sono preoccupato. Non dico che domani può vincere da solo, ma sono fiducioso che possa fare bene. Giocherà titolare. Smalling? E’ recuperato. E’ in condizioni di giocare senza problemi, mentre Ibanez diciamo così e così”.