Massimo Ciccognani
Passeggia l’Inter all’Olimpico sui resti di Roma. Non quella antica, ma sulla moderna Roma di Mourinho che scivola nettamente in casa davanti ai Campioni d’Italia (3-0). Che dominano nell’Olimpico giallorosso. Partita mai in discussione, con la Roma che nonostante le tantissime assenze, ci prova, mettendoci cuore. E basta. Perché in campo la qualità nerazzurra splende sotto i riflettori del Foro Italico. Sblocca Calhanoglu da calcio d’angolo sorprendendo l’addormentata difesa giallorossa, raddoppia a stretto giro l’ex Edin Dzeko che non esulta. Fa tris Dumfries. Tutto in un primo tempo dominato dalla Beneamata, con la Roma toccata subito duramente e incapace di reagire. Ripresa accademica, con i nerazzurri a dosare le forze in vista del Real e la Roma a provare qualche ripartenza per rendere meno pesante la sconfitta. Vince, nettamente, l’Inter che scavalca il Napoli e si prende, momentaneamente, il secondo posto a meno uno dal Milan, in attesa ovviamente della sfida serale del Maradona tra Napoli e Atalanta.
Mourinho si copre, Inzaghi sceglie Correa al fianco di Dzeko
Nell’emergenza tra infortunati e squalificati, Mourinho è costretto a coprirsi, schierando Kumbulla dietro, con Viña esterno alto di sinistra e coppia d’attacco formata da Zaniolo e Shomurodov. Inzaghi sceglie D’Ambrosio nei tre dietro, mentre in attacco Correa è preferito a Lautaro. Roma in campo con i 3-4-1-2: Rui Patricio tra i pali, Smalling, Kumbulla e Ibanez dietro. Mancini, Veretout, Cristante e Viña in mezzo, Mkhitaryan alle spalle di Zaniolo e Shomurodov. Inzaghi non sposta dal suo 3-5-2: Handanovic tra i pali, dietro D’Ambrosio, Skriniar e Bastoni. Dumfries e Perisic esterni di centrocampo, Calhanoglu, Brozovic e Barella in mezzo. Come detto, l’ex Edin Dzeko e Correa in prima linea. Fischia Di Bello.
Ovazione per Francesco Totti
L’annuncio attraverso gli altoparlanti dell’Olimpico. “Stasera a tifare per noi, ci sarà anche alii”. Il liui risponde al nome di Francesco Totti, uomo, simbolo, bandiera. E dalla Sud, dapprima uno striscione: “Totti e De Rossi simboli del popolo Romanista. Bentornati a casa!”, per omaggiare la presenza in tribuna di Francesco Totti. E poi la standing ovation al grido di “un capitano, c’è solo un capitano”. Si può iniziare sulle note di Venditi “Roma, Roma, Roma” cantata a s tutta voce dall’Olimpico giallorosso.
Calha-Dzeko, micidiale uno-due Inter
Qualche sprazzo di Roma e tanta, tantissima Inter. Nonostante le assenze, no parte male la formazione giallorossa che approccia bene i primi quindici minuti. Squadra ordinata in fase di possesso, Veretout sbaglia un facile centro e permette a Brozovic di liberare poi Viña salta Dumfries, gli si oppone Skriniar. Inter accorta e attenta, controlla e alla prima occasione passa. Angolo di Calhanoglu a rientrare, Zaniolo non copre il primo palo, fa peggio Rui Patricio, palla dentro: Inter avanti, ma che dormita la Roma. I giallorossi continuano a rimanere bassi, con l’Inter che avanza il baricentro, dominando sul piano del gioco con un interminabile palleggio in attesa dell’imbucata. La Roma non riesce ad uscire e non trova il tempo di ragionare, che l’Inter colpisce ancora. Stavolta con un’azione manovrata: da Bastoni a Calhanoglu che penetra nel burro della difesa romanista e la mette in mezzo per Dzeko, mancino dal dischetto e palla in rete: 2-0 Inter.
Dumfries di testa, dilaga l’Inter
Nerazzurri padroni del campo, la Roma soffre. Rui Patricio salva sul mancino incrociato di Dzeko, poi ancora il bosniaco di testa, di poco alto. Ci prova Mkhitaryan a scuotere i suoi, destro deviato in angolo. Altra occasione Roma per rimettersi in gioco, Dumfries va a chiudere com i tempi giusti su Viña. Primo tempo impalpabile dei giallorossi, con l’Inter che sente il profumo del sangue e affinda e prima dell’intervallo piazza il terzo gol. Centro di Bastoni, palla sul secondo palo dove arriva Dumfries che di testa, libero da marcature, in tuffo anticipa Viña e chiude i giochi: 3-0.
Inzaghi si prende il secondo posto
Ripresa al di là della noia. Giochi fatti, con l’Inter paga del risultato e la Roma incapace di far male. Fuori Barella e Correa, dentro Sanchez e Vidal nell’Inter, mentre Mourinho inserisce Bove al posto di Kumbulla. L’Inter tiene i ritmi bassi, usa l’arma del palleggio per sfiancare la Roma, facendola correre a vuoto. Stato di grazia dell’Inter che vince anche le seconde palle. Dietro non mostra incrinature, in mezzo è sciolta, davanti sa bene come graffiare. L’opposto di una Roma in chiara difficoltà che prova con generosità ad affondare qualche colpo, ma la differenza dei valori, considerate anche le tante assenze giallorosse, è notevolissima. Altro doppio cambio per Inzaghi che inserisce Vecino e Di Marco al posto di Correa e Dzeko. Nel finale spazio anche per Stefano Sensi al posto di Calhanoglu, autore dell’ennesima prestazione di sostanza. E proprio Sensi al tramonto del match manca il poker alzando troppo sulla traversa una comodissima palla. Nella Roma al novantesimo, Volpato ha preso il posto di Veretout. Qualche fischio per il bosniaco, ma anche tanti applausi quasi a ringraziarlo per i sei anni in giallorosso con lo striscione apparso in Tevere: “119 volte grazie”. Solo accademia fino alla fine per i nerazzurri. La vince, meritatamente, Inzaghi, che da stasera può cominciare a pensare al Real e magari buttare un’occhio sul “Maradona”. Troppe incertezze e limiti nella Roma che ha bisogno di recuperare al più presto i suoi interpreti migliori e poi, sperare nel mercato di gennaio per provare a disegnare un undici più competitivo. Intanto pere la prossima contro lo Spezia perde anche Zaniolo e Mancini, squalificati dopo l’ammonizione di stasera: erano in diffida. E la classifica della Roma rischia di allungarsi con Juventus, Fiorentina e Bologna che potrebbero approfittare dell’attuale momento giallorosso. Tanto lavoro per Mourinho, perché questa, non è l’aria per andare in paradiso. Mentre la Sud fino al novantesimo continua a cantare: la cosa bella di Roma.